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parlamento

Camera vicina alla rissa dopo l’ok alla riforma della giustizia: scontro anche su Gaza

Pubblicato il 18 Settembre 2025

Una seduta infuocata

Mattinata ad altissima tensione oggi, 18 settembre, nell’Aula della Camera. La discussione sulla riforma della giustizia si è trasformata in una vera bagarre, con sospensioni ripetute e scontri verbali al limite dello scontro fisico.

La riforma, che introduce tra le novità più rilevanti la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, ha ottenuto il via libera in terza lettura. Ma lo scontro non si è fermato lì: subito dopo l’approvazione, l’attenzione si è spostata sulla crisi in Medio Oriente e la situazione a Gaza, portando l’opposizione ad abbandonare l’Aula fino a martedì 23 settembre.

Gli applausi della maggioranza e lo sdegno dell’opposizione

Il caos è esploso all’indomani del voto: i deputati del centrodestra si sono alzati applaudendo fragorosamente, con la presenza inaspettata di Marta Fascina, che ha rivendicato la riforma come una battaglia storica di Silvio Berlusconi.

A infiammare ulteriormente gli animi è stato il comportamento dei membri del governo. Secondo più ricostruzioni, anche alcuni ministri e sottosegretari avrebbero preso parte agli applausi, gesto considerato una violazione del galateo istituzionale. In particolare, sarebbe stato notato Antonio Tajani, che però ha smentito con decisione.

La reazione dell’opposizione è stata immediata: i deputati hanno protestato duramente davanti ai banchi del governo e la situazione è degenerata al punto da richiedere la sospensione dei lavori da parte del vicepresidente Sergio Costa.

La miccia di Gaza

Alla ripresa della seduta, vari esponenti dell’opposizione – tra cui Fratoianni, Braga, Magi, Ricciardi e Faraone – hanno chiesto che il Governo fornisse comunicazioni ufficiali sulla crisi di Gaza.

Di fronte al silenzio dei ministri presenti, la tensione è riesplosa: i deputati del centrosinistra si sono concentrati davanti ai ministri Nordio e Tajani, rimasti fermi alle critiche. La situazione ha costretto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, a convocare d’urgenza i capigruppo dell’opposizione.

La richiesta di comunicazioni formali

Durante la riunione, i gruppi di opposizione hanno chiesto che sia la premier Giorgia Meloni a presentarsi in Aula con comunicazioni formali, e non con una semplice informativa.

La differenza è sostanziale:

  • L’informativa ha carattere puramente descrittivo.
  • La comunicazione, invece, comporta dibattito parlamentare e voto su risoluzioni.

Una richiesta particolarmente significativa in vista dei prossimi voti a Bruxelles sulla posizione dell’Italia rispetto alle sanzioni contro Israele.

Fontana si è impegnato a sollecitare il Governo, mentre l’opposizione ha ribadito che, in assenza di un impegno concreto, proseguirà l’astensione dai lavori anche oltre martedì.

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