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Casapound

Casapound, sentenza definitiva: “La cancellazione delle pagine social è legittima”

Pubblicato il 23 Dicembre 2022

La cancellazione della pagina Facebook di Casapound è legittima perché “istiga all’odio sociale”.

Il tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto di Meta Platforms Ireland Ltd, società a cui fa capo Facebook, di rimuovere la pagina dell’associazione perché non rispetta i diritti fondamentali della persona, primi fra tutti la dignità umana.

Il tribunale spiega che “i discorsi d’odio, poiché in grado di negare il valore stesso della persona così come garantito agli articoli 2 e 3 della Costituzione, non rientrano nell’ambito della tutela della libertà di manifestazione del pensiero che non può spingersi fino a negare i principi fondamentali e inviolabili del nostro ordinamento”.

Quando ci si iscrive a Facebook ogni utente accetta delle regole da rispettare, e in base al regolamento di Facebook si può considerare Casapound un’associazione che istiga all’odio.

Di conseguenza, la piattaforma “poteva risolvere il contratto grazie alle clausole contrattuali accettate al momento della sua conclusione”. 

Anzi, il tribunale specifica che Facebook “aveva il dovere di rimuovere i contenuti” dei post di Casapound che violano le regole fissate da Meta a tutela delle libertà individuali e della dignità umana.

La sentenza conclude così una controversia che durava da tre anni: a settembre 2019 Casapound e Forza Nuova erano sparite da Facebook e da Instagram insieme con le pagine dei militanti Gianluca Iannone, Simone De Stefano e Roberto Fiore.

“Chi diffonde odio non trova posto nelle nostre pagine, gli account che abbiamo rimosso violano la nostra policy a tutela della libertà individuali”, aveva detto un portavoce di Facebook.

Ma il 2 dicembre il tribunale di Roma aveva ordinato a Facebook di riaprire la pagina dell’associazione Casapound, pena il risarcimento del danno.

Ora la nuova sentenza conferma la decisione della piattaforma.