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Piantedosi

CasaPound, Piantedosi dopo il Leoncavallo: “Anche la sede di Roma sarà sgomberata”

Pubblicato il 23 Agosto 2025

La questione dello stabile di via Napoleone III

Dopo lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano, l’attenzione si è spostata sulla storica sede di CasaPound a Roma, nel cuore dell’Esquilino.
L’edificio di sei piani al civico 8 di via Napoleone III è occupato da circa vent’anni dall’associazione neofascista e, dal 2020, è sottoposto a un decreto di sequestro preventivo.

Dal 2022 lo stabile figura nella lista degli immobili romani da liberare, redatta dall’allora prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno.

Le parole del ministro Piantedosi

Durante il Meeting di Rimini, Piantedosi ha chiarito: “Anche CasaPound rientra tra gli sgomberi in programma. Io stesso, da prefetto di Roma, l’ho inserito nell’elenco degli stabili da sgomberare e prima o poi arriverà anche il suo turno”.

La posizione delle opposizioni

La deputata del Pd Laura Boldrini ha attaccato il governo, sostenendo che la priorità non fosse il Leoncavallo ma la sede romana di CasaPound: “L’unico sgombero urgente riguarda lo stabile di via Napoleone III occupato dai neofascisti. Non certo il Leoncavallo, per cui era già in discussione una soluzione alternativa”.

Secondo Boldrini, in una Repubblica fondata sulla Resistenza e con una Costituzione antifascista non può esserci spazio per realtà che si richiamano al fascismo.
La deputata ha inoltre chiesto lo scioglimento di CasaPound e ha annunciato che il tema sarà rilanciato insieme ad Anpi e altre associazioni il 5 settembre a Grosseto, in occasione della festa nazionale del movimento.

Lo sgombero del Leoncavallo a Milano

Lo storico centro sociale Leoncavallo è stato liberato a sorpresa la mattina del 21 agosto, con un anticipo di quasi tre settimane rispetto allo sfratto esecutivo fissato per il 9 settembre.
All’interno, al momento dell’intervento, non c’era nessuno. Gli attivisti hanno comunque annunciato una manifestazione nazionale il 6 settembre.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha criticato la gestione dell’operazione, affermando che il Comune non era stato avvisato e che, durante il Comitato per l’ordine e la sicurezza, non era stato discusso alcuno sgombero.

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