Pubblicato il 8 Marzo 2025
Oggi, 8 marzo, in occasione della giornata internazionale per i diritti delle donne, il movimento transnazionale ‘Non Una Di Meno‘ ha indetto uno sciopero globale e migliaia di città in tutto il mondo sono scese in piazza per manifestare. Anche a Catania una manifestazione di centinaia di persone ha attraversato il centro della città. La manifestazione è partita alle 10 da Piazza Roma e si è conclusa in Piazza Duomo sotto il Comune di Catania.
Di seguito riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del movimento.
“Oggi in centinaia ci siamo riprese il centro storico della città, che rientra in gran parte nelle cosiddette zone rosse imposte dalla prefetta Librizzi in linea con il crescente clima di repressione e securizzazione nazionale.
L’abbiamo fatto con un corteo gioioso ed arrabbiato, animato dalle parole d’ordine dello sciopero transfemminista: LOTTO, BOICOTTO, SCIOPERO.
Come Non Una Di Meno Catania, è stato essenziale affrontare in questa data la questione della salute, in un contesto territoriale come quello catanese che vede la continua sottrazione degli spazi di autodeterminazione, riducendo all’osso per tutti le possibilità di ricevere cure.
Il corteo contro la violenza maschile e di genere ha ancora una volta puntato il dito contro le retoriche che raccontano la violenza come un fenomeno isolato: la violenza patriarcale è strutturale e sistemica e spesso, come evidenziato nel flash mob rumoroso di piazza Stesicoro, ha le chiavi di casa.
Combattere la violenza patriarcale vuol dire riconoscerla in tutte le sue forme. Da Catania alla Palestina, passando per il Kurdistan e l’Argentina, da cui ci è arrivata una preziosa testimonianza di lotta e sorellanza internazionale, il corteo dell’8 marzo ha dimostrato solidarietà e complicità con le donne e i popoli che lottano. In un clima di guerra sempre più soffocante, è urgente boicottare e sanzionare i responsabili e i complici delle guerre e delle speculazioni sulle risorse naturali, contro tutti coloro che da queste traggono profitti.
All’altezza della prefettura, il corteo ha lasciato il segno contro le zone rosse, mandando un messaggio chiaro alla prefetta e al governo. Le zone rosse non rendono le città sicure ma rispondono solo al tentativo di svuotarle da ogni forma di conflitto e renderle più appetibili per il consumo turistico. Il ddl sicurezza in discussione al Parlamento criminalizza lotte e marginalità sociali.
La mobilitazione transfemminista dell’8 marzo rifiuta questo modello: le città sicure non le fanno la polizia e la repressione ma le comunità solidali, le lotte, e i servizi per tutti. Per questo motivo il corteo, nonostante i tentativi delle forze dell’ordine di dissuaderlo, si è diretto in modo determinato fin sotto il Municipio: contro tutti i divieti e le zone rosse, la lotta transfemminista pratica autodifesa e costruisce un modello di città solidale“.






