Pubblicato il 5 Agosto 2025
Ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Polizia di Stato su ordine della Procura
Il 30 luglio, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 66 anni, nato nel 1959 e residente a Catania.
Il provvedimento, firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari in data 28 luglio 2025, è stato adottato sulla base delle gravi accuse di maltrattamenti aggravati e atti persecutori, ancora oggetto di accertamenti nella fase preliminare del procedimento.
Accuse pesanti: violenza domestica, minacce e persecuzioni anche tramite WhatsApp
Secondo quanto emerso finora dalle indagini – fermo restando il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva – l’indagato è gravemente sospettato di aver sottoposto l’ex moglie a continui episodi di maltrattamenti fisici e psicologici, molti dei quali avvenuti in presenza dei figli minori, tra cui un bambino con deficit cognitivo.
Tra le condotte contestate, figurano schiaffi, minacce di morte, insulti legati alla nazionalità della donna, e atti denigratori e intimidatori rivolti all’intero nucleo familiare. Le vessazioni avrebbero avuto carattere sistematico e ripetuto, generando nella vittima un costante stato di ansia e paura.
Comportamenti ossessivi e intimidatori dopo la separazione
Dopo la separazione legale, la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata. L’uomo avrebbe iniziato a sorvegliare i movimenti dell’ex compagna, a monitorare chi frequentava la sua abitazione e a inviare messaggi minatori tramite WhatsApp, con contenuti intimidatori anche rivolti alle persone a lei vicine.
Secondo le testimonianze della vittima e dei familiari ascoltati dagli inquirenti, l’indagato avrebbe anche rivendicato legami con il clan mafioso catanese “Pillera – Puntina”, al quale in passato avrebbe effettivamente appartenuto. Le continue minacce e i comportamenti aggressivi hanno costretto la donna a lasciare temporaneamente Catania, rifugiandosi nel suo paese d’origine per timore dell’uomo.
Indagini affidate alla Sezione specializzata in reati contro la persona
Le attività investigative, svolte dal personale della III Sezione Investigativa – Reati contro la Persona, Minori e Reati Sessuali, hanno documentato un contesto familiare caratterizzato da sopraffazione e violenza quotidiana.
Le risultanze sono state pienamente condivise dal GIP, che ha disposto la misura cautelare più severa, ovvero la custodia in carcere.
Tradotto nel carcere di piazza Lanza
L’indagato è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile, condotto negli uffici della polizia per le formalità di rito e poi trasferito presso il carcere di piazza Lanza, dove è attualmente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’inchiesta è ancora in fase preliminare e proseguirà per verificare ulteriormente la portata delle accuse, in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.

