Pubblicato il 24 Aprile 2025
Il boss mafioso sarebbe dovuto tornare libero oggi, 24 aprile, ma i giudici ribaltano tutto
Giuseppe ‘Enzo’ Mangion, 65 anni, esponente di spicco della storica famiglia mafiosa ‘Santapaola’ di Catania, rimarrà in carcere. La sua scarcerazione, prevista per oggi, è stata bloccata dalla Corte d’appello di Catania, che ha deciso di ripristinare la misura cautelare della detenzione in carcere.
Accolto il ricorso dei sostituti procuratori generali
La decisione è arrivata dopo l’accoglimento di un’istanza presentata dai sostituti Pg Nicolò Marino e Andrea Ursino, fondata anche su un’informativa dettagliata della DIA e del nucleo di polizia giudiziaria interforze della Procura Generale.
Mangion, figlio del defunto Francesco Mangion – fidato luogotenente del boss Benedetto Santapaola – era stato arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione Samael. L’ordinanza che lo teneva in carcere stava per scadere proprio oggi.
Condanna definitiva e ruolo centrale nell’organizzazione mafiosa
La Corte d’appello ha ricordato che Mangion è stato condannato in via definitiva nel 2009 a 19 anni e 3 mesi per associazione mafiosa. La condanna è stata rideterminata nel 2022 e confermata nel 2024.
Secondo i giudici, il boss ricopre ancora un ruolo centrale nella cosca mafiosa, avendo gestito per anni gli affari economici illeciti del clan. Inoltre, si evidenzia il suo legame con Aldo Ercolano, attuale reggente del sodalizio mafioso e marito della sorella di Mangion, Francesca.
Rischio concreto di fuga e comunicazioni mafiose
Tra le motivazioni della Corte, spicca il fatto che Mangion rappresenta ancora un pericolo concreto di fuga, proprio in virtù della sua posizione apicale nel clan e dei legami familiari che gli permetterebbero di ricevere ordini o inviare comunicazioni all’esterno, anche tramite contatti indiretti come i colloqui telefonici o di persona della sorella con il marito Aldo Ercolano.
La decisione finale: restano forti gli indizi di colpevolezza
Il collegio giudicante ha concluso che nei confronti di Mangion persistono gravi indizi di colpevolezza e che le esigenze cautelari non si sono attenuate. Per queste ragioni, è stato deciso di ripristinare la custodia cautelare in carcere.

