Pubblicato il 17 Maggio 2025
Una serata di svago si trasforma in una spedizione punitiva
Un semplice urto sulla pista da ballo di una discoteca a Catania si è trasformato in un violento raid contro quattro giovani, culminato in un’aggressione brutale avvenuta in due fasi nella notte del 21 aprile 2024.
Il movente e la ricostruzione dei fatti
Secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile della questura, il gesto che ha scatenato la violenza sarebbe stato un contatto accidentale tra un ragazzo e una ragazza sulla pista da ballo. Un episodio banale che ha però innescato una reazione spropositata e organizzata.
La dinamica dell’aggressione
L’attacco si è consumato tra le 2 e le 3 del mattino, in due momenti distinti:
- Primo episodio: all’interno della discoteca, uno dei ragazzi è stato afferrato per la maglietta, strattonato e colpito con schiaffi e pugni.
- Secondo episodio: circa un’ora dopo, all’esterno del locale, lo stesso giovane e altri tre amici sono stati aggrediti con spranghe di ferro, provocando ferite giudicate guaribili in un periodo compreso tra 7 e 30 giorni.
Le spranghe usate nell’aggressione, secondo gli investigatori, erano tondini di ferro divelti da una pista ciclabile.
Due indagati identificati grazie ai social
La polizia è riuscita a risalire agli aggressori grazie a una meticolosa attività investigativa sui social media, confrontando le immagini delle telecamere di sorveglianza della discoteca con foto e video pubblicati su Facebook, TikTok e Instagram.
Sono così stati identificati due giovani, un 26enne e un 27enne, nei confronti dei quali è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare. Entrambi sono sottoposti:
- all’obbligo di dimora,
- al divieto di allontanarsi da casa tra le 20 e le 8,
- all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le accuse
I due sono indagati per lesioni aggravate:
- da futili motivi,
- per aver agito in gruppo,
- e per aver utilizzato armi improprie.
Secondo la Procura di Catania, le indagini, supportate da riconoscimenti fotografici e immagini di videosorveglianza, hanno permesso una precisa ricostruzione dei fatti, confermando la natura punitiva dell’azione.

