Pubblicato il 13 Giugno 2025
Dopo il tentato suicidio, la giovane romana rompe il silenzio sui social
Chiara Pompei è uscita dalla clinica psichiatrica dove era stata ricoverata d’urgenza e oggi prova, con fatica, a ricostruire la propria vita. La giovane, nota per la sua partecipazione a “Uomini e Donne”, è tornata sui social raccontando la complessa fase di recupero psicologico dopo il gesto estremo che aveva scioccato i suoi follower.
“Delusa dalla vita, ma ancora qui”
In un video carico di emozione, Chiara si mostra provata ma determinata:
“Sto bene, la ferita si sta rimarginando poco a poco”, ha detto, riferendosi alle conseguenze fisiche del suo tentato suicidio. “Mi sento presa in giro dall’uomo che amavo, ho perso un’occasione importante come ‘Uomini e Donne’, e non ho nessuna amica su cui contare”, ha aggiunto con amarezza.
“Sto seguendo una terapia: psicologi, psichiatri, mi danno medicine che mi fanno sentire come uno zombie, faccio fatica a parlare, però sono ancora qua”, ha raccontato con estrema sincerità.
Il legame con Riccardo e l’addio al programma
Dal suo racconto emerge chiaramente il peso che una relazione tossica ha avuto sulla sua salute mentale. Per Riccardo, Chiara aveva abbandonato il percorso televisivo a “Uomini e Donne”, nella speranza di dare un’altra chance a quel legame. Ma la scelta si è rivelata distruttiva.
“Pensavo fosse la persona giusta, ma ha portato solo caos nella mia vita”, ha ammesso. Il rapporto tra i due, sempre più instabile, l’ha portata a un punto di rottura drammatico.
Il gesto estremo e la consapevolezza dopo il ricovero
Chiara ha tentato il suicidio conficcandosi un coltello nell’addome, al culmine di una lite con Riccardo. Dopo il ricovero d’urgenza, sembrava volere solo lui accanto, ma col tempo ha iniziato a vedere le cose con maggiore lucidità.
“Mi sto rendendo conto che molti dei miei problemi derivavano proprio da quella relazione”, ha dichiarato, lasciando intendere di essere all’inizio di un percorso di consapevolezza.
Oggi la 23enne è fragile ma presente, e la sua testimonianza rappresenta un grido di dolore, ma anche di speranza, rivolto a chi si è sentito o si sente come lei.

