CNA Veneto, zona gialla: restrizioni per bar e ristoranti

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Froncolati, Presidente CNA Ristorazione Veneto: «Le regole stabilite dal Governo sono rispettate, i ristoranti sono luoghi sicuri per le prossime feste. Non possiamo permetterci ulteriori chiusure. Il nostro comparto rappresenta un patrimonio culturale nazionale importantissimo che va sostenuto e difeso con ogni mezzo.»

17.11.2021 -Per quasi due anni le attività dei servizi di ristorazione – sigla con la quale i vari DPCM del Governo hanno identificato i bar, i ristoranti, le pasticcerie, le pizzerie e gli altri esercizi commerciali – sono state al centro dell’attenzione a causa di una pandemia che ancora non molla. Con l’arrivo del freddo il virus pare avere ripreso vigore e nonostante una ampia campagna vaccinale – la regione sta andando a ritmo serrato verso l’87% di copertura vaccinale della popolazione over 12 –, in queste settimane stanno nuovamente crescendo i contagi. Alcune regioni italiane sono già in zona gialla, il Veneto con ogni probabilità ci finirà proprio durante la settimana di Natale. Tornano quindi le restrizioni pensate di volta in volta e sempre con sfumature diverse per contrastare il virus così come i dubbi da parte della clientela che non sa ancora se e come festeggiare questo Natale, dopo quello dello scorso anno trascorso all’insegna delle chiusure.

Durante questo lunghissimo e faticoso periodo i ristoratori, e con loro l’Associazione, hanno seguito passo dopo passo le diverse regole: le hanno consultate, interpretate e cercato di applicarle nel migliore dei modi, con un dispendio di energia e risorse non indifferente.

Anche perché i luoghi di ritrovo e di ristoro sono sempre stati sotto l’occhio dei riflettori e hanno sempre sperimentato per primi gli andamenti della pandemia e le relative misure per il suo contrasto. «È per questo che, ad oggi – dichiara Mirco Froncolati Presidente CNA Ristorazione Veneto – ci sentiamo in grado, e anche in dovere, per noi e per i nostri clienti, di dichiarare che i ristoranti sono luoghi sicuri. Sicuramente ognuno di noi oramai sa che dobbiamo agevolare il più possibile il rispetto delle regole. Ciò è rafforzato dal fatto che dal 6 dicembre il Governo è intervenuto con un potenziamento dei controlli, e con la sanzione della sospensione dell’attività per i recidivi, costretti ad impegnarsi al massimo in questa direzione.»

Luoghi sicuri, dunque. Al pari della propria abitazione per festeggiare le feste: per un pranzo con i parenti, una cena con gli amici o un ritrovo per scambiarsi i regali. Ma anche luoghi di cultura e diffusione di un patrimonio che, in Veneto come in tutta la Penisola, trasforma in magia ogni prodotto della filiera agroalimentare. «Questa difesa del patrimonio alimentare italiano dovrebbe essere fatta attraverso una sensibilizzazione del cliente finale verso questa cultura – prosegue Froncolati –. Dobbiamo fare qualsiasi sforzo per diffondere la cultura e per sostenere il patrimonio culturale enogastronomico italiano, costituito da piccoli ristoranti, trattorie, pasticcerie, agriturismi, spesso a conduzione familiare. Rischiamo di veder polarizzata l’offerta enogastronomica tra due competitor: il fast-food a basso costo e il ristorante stellato di alta gamma con prezzi non sempre accessibili alla clientela media. Dobbiamo e vogliamo far comprendere che un determinato servizio e una determinata qualità devono avere come corrispettivo un giusto prezzo che permetta ai ristoratori di poter investire in strutture, in attrezzature, e anche nella possibilità di offrire prospettive di carriera al personale, capitale umano preziosissimo.»

Le richieste di CNA Ristorazione

CNA Ristorazione ha presentato al Governo e al Parlamento un pacchetto anticrisi per garantire gli strumenti necessari ad una Categoria che ha già pagato un prezzo altissimo durante la pandemia e che ce la sta mettendo tutta per riprendersi e per ripartire.

«Non possiamo che essere d’accordo con un rafforzamento delle misure di sicurezza che consentano di abbassare la curva dei contagi – conclude Froncolati –. Ad ora, dopo il periodo difficilissimo che abbiamo trascorso, non possiamo permetterci altre chiusure; l’economia ha bisogno di sicurezza e di interventi decisi – aggiunge parafrasando la dichiarazione di Giovanni Genovesio, Presidente nazionale di CNA Ristorazione: il solo effetto annuncio di possibili chiusure per contrastare l’aumento dei contagi ha già provocato numerose disdettedi prenotazioni per vacanze nel periodo natalizio. Non possiamo perdere un’altra stagione, pena la chiusura di migliaia di imprese”.Tra le richieste avanzate dalla CNA, la reintroduzione dei voucher che permetterebbero alla ristorazione di poter lavorare bene anche nelle giornate di “pienone”; l’ampliamento del plafond di credito dei 30mila euro, su richiesta, garantito dallo Stato e l’allungamento del periodo di estinzione del debito oltre i 120 mesi; un intervento a sostegno degli affitti, in aggiunta al credito d’imposta attuale, la sospensione della Tosap e la semplificazione degli adempimenti per l’impiego degli spazi esterni, interventi che debbono essere tuttavia garantiti anche alle imprese artigiane che consentono il consumo immediato sul posto dei propri prodotti e che hanno a disposizione spazi esterni.

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Redazione Venezia 1

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