In un’intervista al Corriere della Sera, Sergio Cofferati, ex leader della Cigli, dice la sua sulla guerra in Ucraina, prendendo una posizione netta e molto chiara. “Non si capisce come possano difendersi senza armi – afferma Cofferati – l’equidistanza giustificata con argomenti assurdi. Pensiamo a cosa accadde con la nostra Resistenza“.
Gli ucraini sono oggetto di “un’aggressione violentissima da parte della Russia“, “vanno aiutati anche con le armi”, questa è l’opinione di Sergio Cofferati che spiega di “non comprende le perplessità di quanti, a sinistra, accusano l’Occidente che soccorre l’Ucraina con l’invio di armi. Proprio come la senatrice Liliana Segre, l’ex sindaco di Bologna, non crede alla teoria dell’equidistanza tra Ucraina e Russia, che sembra invece fare presa in una certa sinistra, nella maggioranza dell’Anpi, in una parte del M5S e nella Cgil.
Cofferati, quindi secondo lei è giusto mandare le armi al presidente Zelensky? Gli chiede la giornalista Maria Teresa Meli e lui risponde: “Non capisco la contrarietà al fatto che i Paesi dell’Unione europea e, di conseguenza, anche l’Italia, abbiano dato le armi agli ucraini: senza come fanno a difendersi senza gli aiuti? Pensiamo alla nostra resistenza, senza le armi e l’intervento di altri Paesi non ci saremmo mai liberati dal fascismo e dal nazismo”.
Poi, parla della reazione dell’Europa dice: “Ha dimostrato una compattezza e una coerenza non scontate. Ora bisogna andare avanti con la stessa coerenza guardando al futuro: bisogna cambiare i trattati, riscriverli, e fare in modo che l’Europa diventi quella immaginata dai padri fondatori, perché attualmente non è così”.
Parole chiare, quelle di Sergio Cofferati, in disaccordo, anche con l’Anpi: “Rispetto l’opinione di tutti, ma non sono per nulla d’accordo con questa posizione. Guardando al comune passato, a quello dei nostri genitori, o dei nostri nonni, non si può non arrivare alla conclusione che la libertà e la democrazia vanno difese a tutti i costi”.
Idea precisa anche su quanti sostengono che gli ucraini dovrebbero arrendersi. Solo così, viene spiegato, riusciranno a salvarsi ed eviteranno altre morti.
“L’idea della resa – sostiene Cofferati – è priva di senso, così finirebbero la democrazia e la libertà. Un’eventualità da scongiurare. Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Peraltro non è affatto detto che se cedessero su questi diritti – la democrazia e la libertà – gli ucraini avrebbero salva la vita. Gli esempi del passato ce lo dimostrano: se non sei d’accordo, se sei un dissidente, ti privano anche della vita o quanto meno te la rendono molto difficile”.
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