Pubblicato il 18 Dicembre 2025
Quella che doveva essere una mattinata dedicata al cinema si è trasformata, per gli alunni delle classi terze dell’Istituto Comprensivo Sezze–Bassiano, in un momento di solidarietà e partecipazione del quale faranno sicuramente tesoro non solo nei prossimi giorni ma, forse, anche nei prossimi anni.
Il gruppo, composto da circa 140 partecipanti, doveva recarsi al cinema a Frosinone; appuntamento a Ferro di Cavallo, dove studenti e docenti erano in attesa dei mezzi.
Il problema dei pullman e della pedana per le carrozzine
L’organizzazione prevedeva l’impiego di tre pullman, uno dei quali attrezzato con pedana per il trasporto degli studenti in carrozzina, come garantito dall’agenzia incaricata. Al momento della partenza, però, si è presentata la prima criticità: solo due mezzi erano inizialmente disponibili, circostanza che ha creato un comprensibile disorientamento.
La situazione è stata in parte risolta con l’arrivo del terzo pullman, ma a quel punto è emerso il problema più grave: la pedana per il sollevamento degli alunni carrozzati non funzionava correttamente.
Un’ora di tentativi e un guasto che non si risolve
Per oltre un’ora gli studenti sono rimasti in attesa, con il dispositivo di sollevamento che non funzionava correttamente non offrendo, quindi, condizioni di sicurezza e dignità per consentire al compagno con disabilità di salire a bordo.
Constatata l’impossibilità di risolvere il guasto tecnico, dopo il confronto con la Dirigente scolastica, prof.ssa Fiorella De Rossi, è stato chiaro che non si poteva garantire una partenza in condizioni eque per tutti.
“O partiamo tutti, o non parte nessuno”
A quel punto è maturata una decisione che ha dato un significato completamente diverso alla giornata: nessuno sarebbe salito sui pullman lasciando a terra il compagno.
Gli alunni delle classi terze hanno infatti scelto, in modo spontaneo e unanime, di rinunciare all’uscita didattica e di fare ritorno nelle rispettive aule, pur di non accettare una partenza che escludesse chi si trova in una condizione di fragilità. Un gesto che ha trasformato un problema organizzativo in un segnale concreto di solidarietà e inclusione, dimostrando che per questi ragazzi l’idea di gruppo non è un semplice slogan.
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