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Concorso docenti PNRR2 nella bufera: candidati richiamati per un solo quesito

Pubblicato il 9 Aprile 2025

Dopo le polemiche per gli errori nei quiz e le successive correzioni in corsa, il concorso docenti PNRR2 torna al centro delle critiche. Stavolta a far discutere è la decisione del Ministero dell’Istruzione, che ha convocato i candidati per una nuova prova il prossimo 5 maggio, con l’obiettivo di farli rispondere a un’unica domanda.

Un errore senza soluzione: la domanda che ha fatto esplodere la protesta

Tutto è cominciato nei giorni 25, 26 e 27 febbraio, quando migliaia di insegnanti precari hanno affrontato la selezione nazionale, composta da 300 quesiti su pedagogia, psicologia, didattica, inglese e competenze digitali. Come in edizioni passate, sono emersi errori all’interno dei test, che hanno costretto il ministero a modificare i punteggi in corsa.

Il caso più grave riguarda il quesito n. 4 del turno pomeridiano del 27 febbraio, ritenuto irrisolvibile: la risposta corretta non era presente tra le opzioni di risposta. Dopo oltre 50 segnalazioni, la Commissione Nazionale ha annullato la domanda, ma invece di assegnare un punto a tutti, ha deciso di convocare nuovamente i candidati per un quiz straordinario, con un solo quesito.

Chi non si presenterà alla prova del 5 maggio manterrà il punteggio ottenuto a febbraio, ma senza possibilità di recuperare il punto mancante.

Il quesito “fantasma” e l’errore di nome

La domanda incriminata recitava:
“Il concetto di ‘diffusione di identità’ è stato proposto da:”
[a] Milton Erikson (errato, il nome è sbagliato)
[b] Jean Piaget (errato)
[c] Sigmund Freud (errato)
[d] John Bowlby (errato)

La risposta corretta sarebbe stata Erik Erikson, ma nessuna opzione la riportava, rendendo la domanda impossibile da risolvere correttamente.

La rabbia dei candidati: “Così non è una competizione equa”

La scelta del ministero ha scatenato una forte ondata di proteste da parte dei docenti precari. Il punto della discordia è che chi parteciperà al nuovo test potrà guadagnare fino a 2 punti in caso di risposta corretta, mentre chi non parteciperà rimarrà svantaggiato.

“È profondamente ingiusto”, ha scritto un insegnante sui social. “Così alcuni otterranno due punti in più anche se magari avrebbero sbagliato. E noi dovremmo accettare di concorrere con candidati agevolati per un errore che non è nostro?”. La proposta più condivisa tra i candidati è chiara: “Diano due punti a tutti, oppure a nessuno”.

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