Davide Rebellin: il camionista che lo ha ucciso potrebbe non essere arrestato

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Ancora lontana l’ipotesi dell’arresto di Wolfgang Rieke, il camionista che travolse il Davide Rebellin a Montebello Vicentino dandosi alla fuga e riparando in Germania (dove la legge non prevede l’arresto in flagranza per l’omicidio stradale).

Un mese dopo la morte drammatica del corridore, da un punto di vista giudiziario è come se non fosse successo nulla.

L’investitore, il 62enne, indagato dalla Procura vicentina con le accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso, è ancora a piede libero in Germania.

E, così come racconta il Giornale di Vicenza, che ha fatto il punto sulla vicenda, nemmeno il camion che ha ucciso il cinquantunenne campione vicentino sarebbe mai stato sequestrato.

L’avvocato della famiglia del campione, Davide Picco, ha dichiarato che “al mezzo sarebbero state semplicemente scattate delle foto da parte della polizia tedesca, però nulla più. Da che so io il tir non è mai stato posto sotto sequestro”.

Dalla Germania non filtra nulla. Così l’avvocato ribadisce: “Allo stato dei fatti non mi è stato notificato nulla”. 

Fatto sta che la prossima settimana dovrebbe essere notificata alle parti la data in cui verrà svolta la “superconsulenza” per ricostruire la dinamica dell’incidente.

L’avvocato di Rieke ha ribadito che quella dell’arresto è “una possibilità ormai da togliere. Però stiamo a vedere. Posso solo dire che al momento non ho notizie di provvedimenti a carico di Rieke”. 

Il camionista nel 2001 aveva già patteggiato per omissione di soccorso (la pena era stata poi estinta) e nel 2014 era stata ritirata la patente dalla polizia stradale di Chieti per guida in stato di ebbrezza, non è mai arrivato alcun provvedimento.

Rebellin è stato travolto, a Montebello Vicentino, poco prima di mezzogiorno, mentre rincasava da un allenamento nelle vicinanze della strada d’accesso al ristorante “La Padana”.

In quello stesso parcheggio il camionista è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza (e fotografato da alcuni testimoni) mentre faceva manovra e si dava alla fuga passando accanto al cadavere.

Poi ha raggiunto la Germania dove il reato di omicidio stradale, così come previsto dal nostro ordinamento, non esiste. E dove si è bloccata la richiesta di arresto inviata tramite Mae, il mandato europeo, dalla Procura.

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Redazione Nazionale

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