Pubblicato il 22 Agosto 2025
La decisione dei giudici
I debiti con il Fisco derivanti da sanzioni non pagate non possono gravare sugli eredi. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 22476/2025, precisando che i figli non sono tenuti a saldare le multe fiscali lasciate dai genitori.
Il principio alla base della decisione è che le sanzioni tributarie sono personali: con la morte del contribuente esse si estinguono, senza trasferirsi a chi subentra nell’eredità.
Il caso concreto
La vicenda riguardava un contribuente sanzionato dall’Agenzia delle Entrate per oltre 460mila euro, accusato di non aver dichiarato investimenti all’estero. Nel corso del procedimento, però, l’uomo è deceduto (giugno 2024), aprendo il dubbio se la causa dovesse proseguire contro i suoi eredi.
La Cassazione è stata netta: il contenzioso si interrompe, perché non c’è più nessuno su cui far ricadere la responsabilità.
Perché le sanzioni non si ereditano
I giudici hanno richiamato l’articolo 8 delle disposizioni sulle sanzioni amministrative tributarie, che sancisce il carattere strettamente personale delle multe fiscali. Il principio trova fondamento nell’articolo 2 dello stesso decreto, secondo cui la sanzione è riferibile solo alla persona fisica che ha commesso la violazione.
In altre parole, i debiti legati a sanzioni muoiono insieme al contribuente: “cessa la materia del contendere” e il processo si chiude.
Le spese legali
La Corte ha inoltre chiarito che, quando il procedimento si interrompe per la morte del contribuente, nessuno deve pagare le spese legali. Non potendo stabilire chi avrebbe vinto o perso, non vale il principio della “soccombenza virtuale”. Gli eredi, dunque, non devono sostenere costi per avvocati o parcelle.
Un orientamento già consolidato
Questa sentenza non rappresenta un caso isolato: la Cassazione aveva già espresso posizioni simili in altre decisioni, come la n. 29577/2021, confermando che il principio vale non solo per le tasse, ma anche per altre sanzioni amministrative.

