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Milano

Riceve una diagnosi di SLA: disperato, si toglie la vita. Poi si scopre che era un’artrosi curabile. Asl e medici condannati ad un risarcimento dal Tribunale di Latina

Un’operaio di Cisterna di Latina ha perso la vita nel 2018 a causa di una diagnosi errata di SLA. Il Tribunale di Latina ha condannato l’ASL a un risarcimento per danno morale, ma nulla potrà restituire ciò che è stato perso

Pubblicato il 7 Luglio 2025

Una diagnosi errata di SLA ha stravolto la vita di un operaio di Cisterna di Latina, portandolo a un tragico epilogo nel 2018. L’uomo, di 59 anni, era convinto di soffrire di una malattia incurabile, quando in realtà si trattava di una comune e curabile artrosi cervicale, un errore che lo ha condotto a una spirale di sofferenza psicologica culminata nel suicidio.

La diagnosi che ha cambiato una vita

Nel 2000, l’uomo iniziò a manifestare vertigini e difficoltà a camminare, sintomi che lo portarono a consultare una clinica dell’ASL. Dopo una serie di esami, gli fu diagnosticata la SLA, una malattia neurodegenerativa incurabile. La prospettiva di una morte imminente lo condusse a intraprendere anni di trattamenti inutili, costellati dalla paura di una fine certa. Il dolore fisico e mentale che ne seguì fu devastante.

La verità arriva troppo tardi

Solo dopo essersi rivolto al Policlinico Gemelli di Roma, fu scoperto che la sua condizione non era affatto SLA, ma mielopatia spondilogenetica, una forma di artrosi curabile. La diagnosi corretta fu, seppur un sollievo medico, un colpo psicologico troppo grande da assorbire. Gli anni di sofferenza e la convinzione di essere malato terminale avevano ormai gettato l’uomo in un profondo stato di depressione che non riuscì a superare. Purtroppo, questo errore medico lo portò a togliersi la vita, lasciando un vuoto incolmabile per la sua famiglia.

Risarcimento per i danni morali

La giustizia è intervenuta per cercare di risarcire in parte il danno subito. Il Tribunale di Latina ha condannato l’ASL e il medico responsabile per danno morale, stabilendo un risarcimento di 148 mila euro, cifra successivamente ridotta a 120 mila euro dalla Corte d’Appello. Un risarcimento che non potrà mai restituire la vita a una persona, ma che riconosce la gravità dell’errore e l’impatto devastante che una diagnosi sbagliata può avere sulla vita di un individuo.

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