Pubblicato il 10 Gennaio 2025
La comunità di Priverno è stata profondamente colpita dalla prematura scomparsa di Enrico Panetta, carabiniere e dirigente sportivo, morto ieri all’età di soli 44 anni. Una figura molto amata e rispettata, Panetta ha lasciato un vuoto incolmabile non solo tra i colleghi dell’Arma, ma anche nel mondo dello sport e tra i suoi tanti amici.
Un punto di riferimento per la comunità
Enrico Panetta era conosciuto per il suo carattere solare e la disponibilità verso gli altri. Come carabiniere, in servizio da anni presso la caserma di Priverno, era stimato e benvoluto da tutti. Parallelamente, coltivava una grande passione per lo sport, ricoprendo il ruolo di dirigente della Priverno Volley, società che seguiva con dedizione ed entusiasmo. Ma soprattutto, Panetta era un papà amorevole, un punto di riferimento insostituibile per i suoi due figli.
Il cordoglio della sindaca e della comunità
La sindaca di Priverno, Anna Maria Bilancia, ha voluto dedicargli un messaggio commosso:
«La notizia della sua scomparsa ha sconvolto l’intera comunità. Enrico era un bravo carabiniere e un grande sportivo, ma soprattutto un uomo generoso e un padre affettuoso. Resterà per sempre nei cuori di tutti noi, grati per il suo impegno e per il sorriso che non negava mai a nessuno». La sindaca ha espresso vicinanza alla famiglia, ai colleghi carabinieri e agli amici che lo piangono.
Il ricordo della Priverno Volley
La Priverno Volley, società a cui Enrico ha dedicato tempo e passione, ha voluto ricordarlo con un messaggio toccante:
«Vogliamo ricordarti sempre sorridente e pieno di passione per lo sport. Grazie per tutto quello che hai fatto per la nostra società e per le ragazze. Rimarrai per sempre nei cuori di tutti noi. Ciao Enrico».
Commozione sui social
Numerosi sono i messaggi di cordoglio comparsi sui social network, dove amici e conoscenti hanno condiviso il loro dolore per la perdita di Enrico. Uno di questi recita:
«Gli volevamo bene tutti per l’amico, il carabiniere e il padre che era. La terra ti sia lieve, Enrico».

