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Documenti falsi dalla Georgia per fare le badanti in Italia: l’indagine anche nelle province di Roma e Latina

Latina coinvolta in un’indagine nazionale sul soggiorno illegale di badanti georgiane con documenti falsi. Arresti e perquisizioni in diverse province

Pubblicato il 25 Gennaio 2025

L’operazione: indagini avviate dopo segnalazioni dell’Agenzia delle Entrate

Un’importante inchiesta, partita dalla provincia di Udine, ha portato alla luce un vasto sistema di soggiorno illegale che coinvolge decine di donne di origine georgiana, operanti nel settore dell’assistenza domiciliare come badanti. L’indagine è stata avviata nei mesi scorsi in seguito a numerose segnalazioni ricevute dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate, che avevano registrato un’insolita affluenza di donne apparentemente comunitarie, ma con documenti di origine sospetta.

La dinamica del sistema illegale

Le donne, esibendo documenti falsi provenienti da Slovacchia, Polonia e Lituania, ottenevano codici fiscali comunitari, accedendo così facilmente al mondo del lavoro e ai servizi sanitari italiani. Questo stratagemma consentiva loro di aggirare le normative sull’immigrazione e di stabilirsi nel territorio nazionale senza permessi regolari.

Gli interventi: perquisizioni in tutta Italia

Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Udine, sono state eseguite perquisizioni in 14 province italiane, tra cui Latina, Pordenone, Bolzano, Firenze, Roma e Torino. 36 documenti falsi sono stati sequestrati, oltre a codici fiscali e altre attestazioni. L’operazione ha portato all’arresto di 19 donne, di cui una a Latina, con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Altre 17 persone sono state denunciate per lo stesso reato.

Le prossime azioni

Le autorità stanno ora effettuando accertamenti sui documenti e verificando i requisiti di soggiorno delle arrestate. Nei casi in cui non risultassero regolari, le donne saranno soggette a provvedimenti di espulsione.

Le indagini continuano

L’obiettivo degli investigatori è individuare gli artefici della falsificazione dei documenti. Secondo le prime ipotesi, potrebbe trattarsi di un’organizzazione internazionale in grado di fabbricare e distribuire i documenti a un costo di circa 600 euro per ciascuno. Questo sistema consentirebbe di aggirare le normative sui flussi migratori e accedere illegalmente al mercato del lavoro e ai servizi italiani.

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