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Senigallia

Timbrava il cartellino e poi andava a farsi i fatti suoi: sotto inchiesta finisce una dottoressa della Asl. L’indagine affidata alla Procura di Latina

Una dottoressa in servizio presso un centro medico dei Lepini è accusata di truffa aggravata: timbrava il cartellino e poi lasciava il posto di lavoro. Indagine dei Nas e interrogatorio davanti al gip.

Pubblicato il 9 Aprile 2025

L’indagine parte da alcune segnalazioni: Nas al lavoro con riprese video

È accusata di aver dichiarato ore di servizio mai svolte, lasciando il luogo di lavoro subito dopo aver timbrato il cartellino. Una dottoressa in forza alla Asl di Latina, in servizio presso una struttura sanitaria situata nell’area dei Monti Lepini, è ora al centro di un’inchiesta con l’ipotesi di truffa aggravata ai danni del sistema sanitario pubblico.

Secondo gli investigatori, la donna si sarebbe allontanata più volte per svolgere attività personali, tra cui fare la spesa o rientrare nella propria abitazione, pur risultando formalmente presente in struttura.

Le accuse: dichiarate ore non lavorate

I fatti risalgono al 2023, e sarebbero stati documentati grazie a un’indagine condotta dai Carabinieri del NAS di Latina, che hanno effettuato appostamenti e riprese video. L’esito ha portato la Procura di Latina a richiedere una misura interdittiva nei confronti della professionista.

Interrogata in tribunale, il gip si riserva

La dottoressa, nella giornata di martedì 9 aprile, si è presentata dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina, Giuseppe Cario, per sostenere l’interrogatorio preventivo. Nel corso dell’audizione, ha fornito la propria versione dei fatti. Al momento, il giudice ha preso tempo per valutare la richiesta avanzata dai magistrati.

Il reato contestato: truffa ai danni dello Stato

L’ipotesi della Procura è che, timbrando e poi assentandosi senza giustificazioni legate al servizio, la dottoressa abbia percepito compensi indebiti, configurando una condotta fraudolenta ai danni dell’amministrazione pubblica. Il fascicolo aperto parla di truffa aggravata: un’accusa grave, soprattutto considerando il settore in cui si colloca la vicenda.

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