Pubblicato il 7 Maggio 2025
Doveva essere una normale giornata di lavoro e invece, in un attimo, si è trasformata in un incubo per una donna a Roma, vittima di una violenza terribile e inaudita. L’incidente è avvenuto il 26 aprile, quando la vittima, collega di un uomo di 30 anni, è stata minacciata, ferita e sequestrata all’interno di una stanza chiusa a chiave.
Sequestro e abuso in una stanza chiusa
Il colpevole, un uomo di origine somala, ha bloccato la collega in un locale chiuso, minacciandola con un’arma da taglio e ferendola oltretutto. In seguito, l’ha costretta a subire un abuso sessuale, tenendola ostaggio per circa due ore. Nonostante l’atrocità dell’evento, l’uomo ha poi fatto una mossa che ha sorpreso tutti: ha chiamato il 118, confessando il suo crimine ai Carabinieri.
L’intervento delle forze dell’ordine e l’arresto
Il tempestivo intervento dei Carabinieri della Compagnia di Pomezia e della Stazione di Roma Divino Amore ha portato all’arresto dell’aggressore, che ha ammesso la sua colpevolezza senza tentare di nascondere le sue azioni. La donna, che aveva riportato ferite fisiche e danni psicologici, è stata immediatamente trasportata all’ospedale Sant’Eugenio.
Le gravi accuse e il processo legale
A seguito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, l’uomo è stato arrestato e portato al carcere di Regina Coeli. Il Tribunale di Roma ha confermato la custodia cautelare, e l’uomo dovrà rispondere di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e minacce.

