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Telefoni cellulari e droga direttamente in carcere. L’indagine della Polizia ha riguardato la struttura di Cassino

La Polizia di Stato ha smantellato una rete di spaccio e traffico di cellulari nel carcere di Cassino, con sei arresti e l’affermazione di un’importante vittoria contro la criminalità organizzata

Pubblicato il 29 Luglio 2025

La Polizia di Stato ha smantellato una rete di spaccio e traffico di cellulari all’interno del carcere di Cassino, eseguendo sei provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino. L’operazione ha coinvolto anche soggetti residenti nelle province di Latina, Roma e Frosinone.

Il contesto e le indagini

L’operazione, coordinata dalla Squadra Mobile di Cassino e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cassino, ha preso piede grazie a un’indagine avviata nell’ottobre 2023 e protrattasi fino a gennaio 2024. Le investigazioni hanno utilizzato diversi strumenti, tra cui intercettazioni telefoniche, analisi di telefoni cellulari sequestrati e l’installazione di telecamere di sorveglianza intorno al carcere.

Le modalità di spaccio e traffico

Le indagini hanno rivelato una rete consolidata che vedeva coinvolti detenuti e soggetti esterni, con l’obiettivo di introdurre illegalmente cellulari, schede SIM e stupefacenti come cocaina e hashish all’interno del carcere. Gli oggetti venivano occultati in modo ingegnoso durante i colloqui, con l’aiuto di familiari e conviventi dei detenuti, o lanciati oltre le mura del carcere in bottiglie legate a corde.

L’importanza del traffico e la cautela degli indagati

Questo commercio illecito si è rivelato molto redditizio, e ha portato gli indagati ad adottare misure di sicurezza per evitare i controlli. I cellulari, abilmente occultati, permettevano ai detenuti di comunicare gli ordini, monitorare i tempi più opportuni per le consegne, e coordinare le operazioni fuori dai colloqui regolari.

Il bilancio dell’indagine e l’affermazione della legalità

Sei persone sono state destinatarie delle misure cautelari, ma dodici altri indagati sono coinvolti nell’indagine, accusati di aver utilizzato dispositivi idonei a effettuare comunicazioni illecite durante la reclusione. Questo intervento segna una forte affermazione di legalità e mette in evidenza l’importanza del contrasto a fenomeni di criminalità organizzata anche all’interno delle carceri.

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