Così Enrico Letta.
“Il voto sarà a fine settembre o nei primi giorni di ottobre, per la prima volta in autunno. Ma siamo pronti”, ha aggiunto.
“Devo essere molto chiaro – ha spiegato ancora – l’Italia è un grande Paese, una grande economia, un grande popolo, assolutamente democratico: andremo al voto in autunno anziché a marzo, non cambia così tanto. Ma complica le cose perché quello che Draghi doveva fare era molto importante per il rilancio del Paese in autunno”.
“Tutti i partiti devono rispettare il processo delle riforme legate al Pnrr, è impossibile non farlo con questi soldi – ha sottolineato Letta – Proporrò a tutti partiti in campagna elettorale di firmare un patto, affinché tutti rispettino questo programma e queste scelte, perché questi soldi sono per l’Italia ma sono soldi europei. Spero che tutti lo firmino”.
E alla tv statunitense ha ribadito quel che aveva dichiarato alla vigilia del voto in Senato: “Non c’è dubbio che se domani cadesse il governo Draghi, un applauso di soddisfazione salirebbe da Putin e dal Cremlino. Domani è in gioco anche il tema della risposta europea a questa crisi enorme: le scelte che avverranno domani hanno un’importanza fondamentale per la politica estera e per l’Europa”.
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