Pubblicato il 14 Ottobre 2025
La tragedia nel Veronese
Una violenta esplosione ha distrutto un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, provocando la morte di tre carabinieri e il ferimento di tredici persone tra forze dell’ordine e soccorritori.
Le vittime sono il luogotenente carica speciale Marco Piffari, il carabiniere scelto Davide Bernardello e il brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà.
L’esplosione è avvenuta durante un’operazione di sgombero e, secondo le prime ricostruzioni, non si tratterebbe di un incidente, ma di un gesto volontario degli occupanti dell’immobile, tre fratelli.
L’esplosione durante lo sgombero
L’intervento di carabinieri, polizia e vigili del fuoco era volto a eseguire una perquisizione e uno sgombero coattivo in un casolare di via San Martino, occupato abusivamente. I tre fratelli, che si erano barricati all’interno, avevano già minacciato in passato di farsi esplodere.
Durante le operazioni, la casa, satura di gas, è esplosa non appena è stata aperta la porta d’ingresso, travolgendo i militari.
Il boato ha svegliato i residenti della zona, mentre le squadre dei vigili del fuoco si sono immediatamente attivate per spegnere le fiamme e cercare i dispersi tra le macerie.
Una delle vittime è stata estratta senza vita dai detriti.
I sospetti e i fermati
Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è “possibile che sia stata attivata una bombola di gas”.
Due dei fratelli, un uomo e una donna, sono rimasti feriti e fermati dalle forze dell’ordine, mentre il terzo è riuscito a fuggire.
Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha confermato che si stavano cercando anche bottiglie molotov, segno che l’operazione era considerata ad alto rischio.
Un casolare già segnalato come pericoloso
L’edificio era un vecchio casolare agricolo, già teatro di tensioni e occupato abusivamente da tempo.
Già nell’ottobre 2024, i tre fratelli avevano saturato di gas l’abitazione durante un precedente tentativo di sgombero, poi rinviato.
Proprio per questo, all’operazione di ieri partecipavano reparti speciali dei carabinieri di Padova e Mestre, insieme a unità operative della polizia e ai vigili del fuoco, pronti a gestire un intervento “a rischio”.
Le parole delle istituzioni
Il vicesindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio, ha spiegato che i tre fratelli “non volevano abbandonare la casa”, pur avendo a disposizione una sistemazione alternativa offerta dal Comune.
Erano agricoltori, coinvolti in problemi economici e giudiziari legati al recupero del credito sull’immobile.
Il ministro Piantedosi, ospite di Uno Mattina, ha parlato di “bilancio terribile e drammatico”, ricordando la pericolosità del lavoro delle forze dell’ordine:
“Dietro certe operazioni si celano insidie imprevedibili, perché si ha a che fare con persone in condizioni difficili o potenzialmente instabili”.
Il cordoglio
La comunità e l’Arma dei Carabinieri si sono strette nel dolore per la perdita dei tre militari, descritti come “valorosi, solari e sempre disponibili”.
Le indagini proseguono per accertare le responsabilità dell’esplosione e per rintracciare il fratello fuggito.

