Pubblicato il 5 Agosto 2025
Cambia il turismo estivo in Italia: crisi dei litorali, boom dell’altitudine
L’estate italiana del 2025 segna una svolta inattesa nel turismo: spiagge vuote e montagne affollate. Dalla Riviera Romagnola alle coste del Lazio, i tradizionali ombrelloni restano chiusi, mentre le Dolomiti e le vette alpine registrano afflussi record. La fotografia della stagione è chiara: il modello “lettino e ombrellone” è in crisi, mentre prende piede un nuovo stile di vacanza, più dinamico, fresco e internazionale.
Mare in sofferenza: il crollo delle presenze
Durante la settimana, molte spiagge sembrano deserte. “Paghiamo la crisi del potere d’acquisto del ceto medio”, spiega Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti al Messaggero. Tuttavia, la motivazione economica non basta a spiegare il fenomeno. A luglio si è registrato un calo medio del 15% delle presenze in spiaggia, con punte del 25% in Romagna e Calabria. Anche Lazio e Toscana sono in difficoltà.
Il clima più estremo e imprevedibile spinge i vacanzieri a cercare temperature più miti. Questo, unito alla crescente sensazione che la vacanza al mare sia diventata “noiosa”, ha modificato le abitudini degli italiani e non solo.
Montagna in ascesa: più turisti, anche dall’estero
Le località montane, al contrario, vivono un momento d’oro. Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno, racconta di un forte aumento di turisti italiani e stranieri: visitatori da Cina, Corea del Sud, Canada e Giappone stanno scegliendo le Dolomiti per le vacanze estive.
“Dopo la pandemia, la montagna è stata riscoperta. Qui si vive una vacanza attiva e ogni giorno si può esplorare un paesaggio diverso”, spiega De Cassan sempre al Messaggero. Il modello statico del mare, invece, sembra non reggere più il confronto.
Code infinite e overtourism sulle vette
Il successo della montagna comporta però anche alcune criticità. In Alto Adige, l’affollamento verso mete iconiche come il Seceda ha raggiunto livelli da record, tanto da spingere le autorità a installare tornelli per gestire i flussi. Luoghi come le Tre Cime di Lavaredo o il lago di Braies rischiano di soffrire di overtourism.
La sfida ora è distribuire meglio i flussi turistici, promuovendo aree meno conosciute ma ugualmente affascinanti.
Il caso del Lazio: spiagge piene solo nei weekend
Nel Lazio, come spiega Paolo Galante di Federalberghi Latina, le spiagge si riempiono solo nel fine settimana. Da lunedì a giovedì, però, la situazione cambia: «I costi aumentati dopo il Covid ci impediscono di abbassare i prezzi. Dobbiamo innovare l’offerta turistica. La provincia ha molto da offrire, dalle montagne alla natura incontaminata. Serve una proposta più varia e coinvolgente».
Romagna: addio ai lunghi pomeriggi sotto l’ombrellone
Anche sulla Riviera Romagnola la vacanza classica balneare mostra la corda. «È finito il tempo del villeggiante fisso sotto l’ombrellone – conferma Rustignoli -. Oggi puntiamo su sport, musica, arte, enogastronomia. La Romagna è pronta a reinventarsi».
In particolare, si sente la mancanza del turismo russo, che un tempo garantiva flussi costanti. Ma la Romagna guarda avanti: offerte integrate, eventi culturali, esperienze attive nei lidi e nelle città d’arte saranno il nuovo volto delle vacanze adriatiche.
Una trasformazione inevitabile
La montagna è oggi sinonimo di esperienza, attività, scoperta. Il mare invece deve ancora trovare la sua nuova identità. Mentre alcune regioni come Puglia e Sardegna riescono ancora a mantenere buoni livelli di presenze, altrove si avverte un urgente bisogno di rinnovamento. Il futuro del turismo estivo italiano passa da qui: meno staticità, più emozioni.

