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Evasione fiscale da 244mila euro: scoperti quattro giovani creator di contenuti per adulti

Pubblicato il 3 Ottobre 2025

L’indagine della Guardia di Finanza di Trieste

La Guardia di Finanza di Trieste ha scoperto un’evasione fiscale per oltre 244mila euro, riconducibile a quattro giovani attivi su OnlyFans e altre piattaforme online.
Le verifiche, coordinate dalla Procura, hanno permesso di ricostruire non solo i compensi derivanti dagli abbonamenti, ma anche ulteriori 20mila euro di “tassa etica” – o “porno tax” – un’addizionale del 25% applicata in Italia ai guadagni da contenuti per adulti.

Perquisizioni e controlli fiscali

I finanzieri hanno eseguito perquisizioni domiciliari, analizzando computer, smartphone e documentazione contabile. Il materiale raccolto è stato trasmesso all’Agenzia delle Entrate, che dovrà stabilire le sanzioni e procedere con i recuperi fiscali.
Le attività non sono illegali, ma i redditi devono essere dichiarati come lavoro autonomo artistico” – ha spiegato il generale Stefano Commentucci, comandante delle Fiamme Gialle triestine – sottolineando l’obiettivo di prevenzione e trasparenza fiscale in un settore in forte crescita.

Il precedente di Mady Giò

Il caso non è isolato. Solo un anno fa fece scalpore la vicenda di Mady Giò, modella e performer rumena di 29 anni, che da cameriera con mille euro al mese era diventata star di OnlyFans con guadagni milionari.
Per eludere il fisco aveva dichiarato la residenza in Svizzera, sfruttando una norma riservata a chi possiede almeno 400mila franchi di patrimonio. In realtà, secondo le Fiamme Gialle, continuava a vivere e lavorare in Italia. L’accusa: evasione da 1,5 milioni di euro di Irpef e 300mila euro di tassa etica non versata.

La nuova economia dei contenuti digitali

La cosiddetta creator economy in Italia coinvolge oltre 350mila persone, con un giro d’affari stimato intorno ai 2 miliardi di euro. Gli influencer tradizionali generano circa mezzo miliardo, ma i creator di contenuti per adulti rappresentano una quota in forte crescita, in particolare su OnlyFans.
Molti operano come persone fisiche senza un inquadramento fiscale chiaro, altri utilizzano società o strutture estere. Solo pochi superano i 50mila euro mensili, ma i ricavi per la maggioranza restano comunque rilevanti.

Una sfida per il fisco

OnlyFans collabora con le autorità fiscali, fornendo dati sui guadagni, ma la natura transnazionale delle transazioni rende i controlli complessi.
“Parliamo di prestazioni professionali che partono da una stanza privata ma arrivano a un pubblico globale – ha ricordato Commentucci – con flussi di denaro che attraversano più giurisdizioni”.
L’inchiesta di Trieste diventa così un banco di prova per l’amministrazione fiscale italiana, impegnata ad adattarsi a un mercato digitale in continua evoluzione, dove il confine tra intrattenimento, business e obblighi fiscali rimane ancora sfumato.

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