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bastone cieco

Falso cieco scoperto dopo 50 anni: truffa da un milione di euro ai danni dello Stato

Pubblicato il 13 Ottobre 2025

Un’indagine che svela mezzo secolo di raggiri

Per oltre cinquant’anni ha percepito indebitamente rendite e indennità di accompagnamento per cecità assoluta, incassando complessivamente oltre un milione di euro. Protagonista della vicenda un uomo di 70 anni, ora rinviato a giudizio per truffa ai danni dello Stato, dopo un’approfondita indagine condotta dalla Guardia di Finanza nel settore della spesa pubblica.

L’uomo risultava beneficiario dei sussidi sin dal 1972, ma le verifiche delle Fiamme Gialle hanno rivelato una realtà ben diversa da quella dichiarata.

Pedinamenti e video che lo incastrano

Per oltre due mesi, i finanzieri lo hanno seguito, osservato e filmato in diverse situazioni quotidiane, documentando comportamenti incompatibili con la condizione di cecità assoluta.

L’uomo è stato ripreso mentre svolgeva lavori di giardinaggio in piena autonomia, utilizzando attrezzi pericolosi come forbici da potatura e tagliasiepi, senza alcun aiuto. In un’altra occasione, è stato immortalato al mercato ortofrutticolo, dove sceglieva con cura frutta e verdura, pagava in contanti e si muoveva con sicurezza tra i banchi.

Stop immediato alle prestazioni e segnalazione alla Corte dei Conti

Dopo gli accertamenti, la Guardia di Finanza ha informato gli enti competenti per disporre l’immediata sospensione di tutte le prestazioni assistenziali e previdenziali percepite dal falso invalido.

Contestualmente è stata inviata una segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti del Veneto, per valutare i profili di responsabilità erariale connessi al danno economico arrecato allo Stato.

Verifica fiscale e recupero dei proventi illeciti

L’indagine si è conclusa con una verifica fiscale approfondita, che ha permesso di individuare oltre 200mila euro di redditi non dichiarati, corrispondenti alle somme illecitamente percepite negli ultimi cinque anni.

Per tali importi, è stata proposta l’applicazione delle misure patrimoniali previste dalla legge, con l’obiettivo di recuperare parte del denaro sottratto all’erario.

La vicenda rappresenta un caso emblematico di truffa assistenziale di lunga durata, resa possibile da decenni di omissioni e controlli carenti, ora finalmente smascherata grazie al lavoro delle Fiamme Gialle.

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