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Famiglia nel bosco, la Corte d’Appello conferma l’allontanamento dei figli

Pubblicato il 19 Dicembre 2025

La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto il reclamo presentato dai legali di Nathan e Catherine, confermando l’ordinanza del Tribunale per i minorenni che aveva sospeso la responsabilità genitoriale e disposto il collocamento dei tre figli minori in una casa famiglia a Vasto. Per la cosiddetta “famiglia nel bosco”, quindi, la situazione resta immutata: i bambini, trasferiti lo scorso 20 novembre da Palmoli (Chieti) a Vasto, non torneranno a casa nemmeno durante le festività natalizie.

La madre con i figli nella struttura protetta

All’interno della struttura di accoglienza è presente anche la madre, che può trascorrere parte della giornata con i bambini. Il provvedimento era stato adottato dopo una valutazione delle condizioni di vita della famiglia, che abitava in una zona isolata nel bosco, e per presunte gravi carenze sul piano educativo e sanitario riscontrate dai giudici minorili.

Le promesse dei genitori non convincono i giudici

Nei giorni scorsi, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas avevano depositato nuovi atti alla Corte d’Appello civile dell’Aquila, sostenendo che i genitori avessero modificato il loro atteggiamento. Secondo la difesa, la coppia si sarebbe detta disponibile a ristrutturare la casa di Palmoli, a consentire la frequenza scolastica dei figli e a completare il ciclo vaccinale.

Tuttavia, questi impegni non sono stati considerati sufficienti per ribaltare la decisione già assunta dal Tribunale per i minorenni.

Il procedimento ancora aperto e la valutazione sui bambini

La vicenda resta intrecciata a un procedimento tuttora pendente davanti al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, relativo all’udienza del 4 dicembre, al termine della quale i giudici si erano riservati di decidere. Nel frattempo, secondo quanto riferito dalla tutrice dei minori, Maria Luisa Palladino, i bambini mostrerebbero un livello di istruzione molto basso:
“Non sanno leggere e stanno imparando ora l’alfabeto”, mentre la figlia maggiore, di otto anni, “riesce a scrivere il proprio nome solo sotto dettatura”. Una ricostruzione che contrasta con precedenti certificazioni scolastiche rilasciate da un istituto di Brescia.

Le reazioni politiche: il caso diventa nazionale

La decisione della Corte ha acceso anche il dibattito politico. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha criticato duramente il verdetto:
“Per questi giudici una sola parola: vergogna. I bambini non sono proprietà dello Stato e devono crescere con l’amore di mamma e papà”, ha scritto sui social.

Sulla stessa linea anche la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che ha espresso preoccupazione per la scelta di non permettere il rientro dei minori a casa nemmeno per Natale. Secondo la ministra, la vicenda solleva interrogativi su un’eccessiva ingerenza dello Stato negli stili di vita familiari, sottolineando che la separazione dei figli dai genitori dovrebbe avvenire solo in casi estremi e di fronte a reali pericoli per la loro vita.

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