Pubblicato il 30 Settembre 2025
Un Paese dove pochi pagano per molti
Il rapporto tra italiani e fisco continua a mostrarsi fragile e sbilanciato. Secondo l’ultimo Osservatorio sull’Irpef del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, con il sostegno di Cida, emerge che solo una persona ogni 1.386 contribuisce realmente con il pagamento delle imposte. Inoltre, oltre il 70% dei cittadini dichiara redditi inferiori a 29mila euro, versando appena il 23% dell’Irpef complessiva.
Il peso dell’Irpef concentrato su pochi
Su 42,6 milioni di dichiaranti, 11,6 milioni di contribuenti sostengono da soli il 76,87% dell’intera Irpef, mentre i restanti 31 milioni si fermano al 23,13%. Una sproporzione evidente che fotografa un’Italia dove il carico fiscale si concentra su una minoranza, smentendo l’idea di un Paese “strozzato dalle tasse” e mostrando piuttosto un sistema squilibrato.
Una persona su due non versa Irpef
Dai dati del Mef e dell’Agenzia delle Entrate emerge che nel 2024, su quasi 59 milioni di residenti, hanno presentato la dichiarazione 42,5 milioni di persone, ma solo 33,5 milioni hanno effettivamente pagato almeno 1 euro di Irpef. Ciò significa che quasi un cittadino su due non contribuisce direttamente al gettito fiscale.
Welfare finanziato da una minoranza
Secondo l’analisi, poco più di 7 milioni di contribuenti con redditi superiori a 35mila euro finanziano gran parte del welfare italiano. Tra questi, appena l’1,65% – circa 700mila persone – versa oltre il 22% dell’Irpef totale. Sommando i contribuenti con redditi tra 35mila e 100mila euro, si arriva a un dato significativo: il 17% paga quasi il 64% dell’imposta complessiva. Includendo anche chi guadagna tra 29mila e 35mila euro, il totale diventa ancora più impressionante: il 27% dei contribuenti copre il 77% dell’Irpef nazionale.
La “trappola” del ceto medio
Per Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, il sistema attuale penalizza chi appartiene al ceto medio: meno di un terzo dei contribuenti sostiene oltre tre quarti delle imposte. Chi guadagna sopra i 60mila euro finisce per pagare “per sé e per chi è totalmente a carico della collettività”. Una dinamica che logora il ceto medio e mette a rischio la sostenibilità del sistema.
Quasi metà della popolazione senza redditi
Un altro dato preoccupante: il 43% degli italiani non ha redditi dichiarati, vivendo quindi a carico di altri. Nel 2024, più di 1,1 milioni di persone hanno presentato una dichiarazione con reddito nullo o negativo, senza quindi versare né tasse né contributi.
Le reazioni politiche
Il vicepremier Antonio Tajani ha parlato di un “disequilibrio evidente”: l’80% del gettito Irpef grava sul ceto medio, che sostiene i costi di pensioni, sanità e istruzione.
Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha annunciato che nella prossima legge di Bilancio ci saranno misure mirate al ceto medio, come una possibile riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro, compatibilmente con le regole di bilancio europeo.
Conclusione
L’Osservatorio consegna l’immagine di un’Italia in cui pochi contribuenti sostengono gran parte del sistema fiscale, mentre quasi la metà della popolazione resta fuori dalla contribuzione diretta. Un modello che rischia di essere insostenibile e che, secondo esperti e politica, richiede scelte coraggiose per garantire più equità e meno squilibri.

