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Fisco, tutto fermo sulla “rottamazione quinquies”: la proposta della Lega è bloccata in Senato

Pubblicato il 24 Aprile 2025

Aprile, mese caldo per il Fisco: tra dichiarazioni e scadenze

Con l’arrivo di aprile, torna alta l’attenzione dei cittadini sulle questioni fiscali. A breve verranno inviate le dichiarazioni precompilate del modello 730, mentre per chi ha pendenze con l’erario c’è una data da segnare: il 30 aprile scade il termine per chiedere la riammissione alla “rottamazione quater”.

Ma in molti si sono chiesti: che fine ha fatto la nuova sanatoria annunciata a febbraio? Si tratta della cosiddetta “rottamazione quinquies”, proposta avanzata dalla Lega come ulteriore possibilità per regolarizzare i debiti con il Fisco.

La nuova proposta della Lega: rate fino a 10 anni e condizioni agevolate

Dopo settimane di pressioni politiche e forti tensioni all’interno della maggioranza, la proposta è diventata un disegno di legge. Tuttavia, il testo è attualmente bloccato in Senato.

L’iniziativa, firmata da Matteo Salvini e altri esponenti della Lega, prevede una sanatoria rivolta a chi ha debiti fiscali contratti tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Le condizioni sono particolarmente vantaggiose:

  • Pagamento in 120 rate mensili, cioè spalmato su dieci anni.
  • Perdita dei benefici solo in caso di mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive.

Perché si punta sulla rottamazione? I numeri del Fisco

Alla base di queste misure c’è un dato evidente: oltre 1.230 miliardi di euro di tasse non riscosse. Secondo il Fisco, circa il 40% di questa somma è di fatto irrecuperabile, a causa di contribuenti deceduti, aziende chiuse o soggetti in gravi difficoltà economiche.

L’idea, quindi, è di recuperare almeno una parte di queste somme, offrendo condizioni vantaggiose a chi è disposto a pagare, anche se in misura ridotta. Tuttavia, esperienze passate dimostrano che le rottamazioni hanno spesso portato incassi inferiori alle attese.

Il percorso parlamentare è in stallo

Il disegno di legge è stato presentato l’11 febbraio dal capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, in un momento di forte pressione mediatica e politica sul tema. Il 20 febbraio, il testo è stato assegnato alla Commissione Finanze di Palazzo Madama, con l’obiettivo di perfezionarlo e cercare un compromesso all’interno della maggioranza.

Il piano era ambizioso:

  • Scadenza per aderire alla “rottamazione quinquies” fissata al 30 aprile 2025.
  • Comunicazione dell’importo da saldare entro il 30 giugno 2025.

Tuttavia, da febbraio i progressi sono stati lenti. Solo l’8 aprile la commissione ha avviato l’esame del testo, e il 23 aprile era ancora al settimo punto dell’ordine del giorno. Intanto, il calendario parlamentare è fitto: nei prossimi due mesi si discuteranno almeno otto provvedimenti urgenti del governo.

Una misura che rischia di restare sulla carta

Alla luce dei rallentamenti, appare improbabile che la “rottamazione quinquies” venga approvata in tempi brevi. L’iniziativa, sebbene accolta con interesse da chi spera in una nuova occasione per sanare i debiti fiscali, rischia di restare un annuncio senza seguito concreto, almeno per ora.

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