Pubblicato il 2 Settembre 2025
Un villaggio cancellato dal fango e dalle rocce
Il piccolo centro di Tarasin, situato sui Monti Marra nella regione del Darfur, è stato completamente distrutto da una frana di dimensioni enormi. Secondo il Movimento di Liberazione del Sudan, che controlla l’area, l’ondata di fango e detriti ha causato la morte di oltre mille residenti, lasciando in vita un solo superstite.
La richiesta di aiuto internazionale
Le prime immagini diffuse sui social mostrano il villaggio sepolto dal fango. Si tratta di una tragedia che colpisce una comunità già stremata da tre anni di guerra civile. Le autorità locali hanno chiesto alle Nazioni Unite e alle principali organizzazioni umanitarie di intervenire con urgenza per recuperare le vittime e sostenere la popolazione.
Il governatore del Darfur, Minni Minnawi, ha lanciato un appello: «È una tragedia che supera i confini della regione. Serve immediato supporto internazionale, perché la nostra gente non può affrontare da sola un disastro di queste proporzioni».
Una regione isolata e inaccessibile
A complicare i soccorsi c’è la guerra in corso: il Darfur, teatro di violenti scontri armati, è oggi quasi irraggiungibile per le ONG e per le missioni umanitarie. L’area dove si è verificata la frana rientra infatti tra quelle sotto il controllo dei ribelli e lontane dalle principali vie di accesso.
La guerra civile in Sudan
Il conflitto che devasta il Sudan è esploso nell’aprile 2023, a causa dello scontro di potere tra Abdel Fatah al-Burhan, capo dell’esercito, e il suo ex vice Mohamed Hamdan Daglo, leader delle Forze di Supporto Rapido (Farc).
Ad oggi, le truppe di al-Burhan controllano gran parte del Sudan centrale, mentre i ribelli mantengono il dominio su ampie zone del Darfur e del Kordofan meridionale. La guerra ha provocato decine di migliaia di morti e costretto milioni di persone a fuggire, riducendo il paese a una delle peggiori crisi umanitarie del mondo.

