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Funerali di Santo Re: la famiglia chiede sicurezza e certezza della pena. Le parole dell’arcivescovo Renna

Pubblicato il 4 Giugno 2025

Commozione ai funerali del giovane pasticciere ucciso a Catania

Catania, 4 giugno. Si è svolta nella Cattedrale di Catania la cerimonia funebre per Santo Re, il pasticciere trentenne del celebre Bar Quaranta, ucciso a coltellate il 30 maggio scorso sul lungomare di Ognina. L’intera città si è stretta attorno alla famiglia per rendere omaggio a un giovane definito da tutti come onesto, generoso e pacifico.

Il dolore della sorella: “Scusa se non ti abbiamo salvato”

Tra le lacrime, la sorella di Santo ha letto un messaggio struggente, invocando giustizia e sicurezza per tutti i cittadini: “Nel nome di Santo chiediamo alle Istituzioni giustizia, certezza della pena e azioni immediate per la sicurezza, che non ha colore né bandiere politiche”.

Il suo discorso si è concluso tra gli applausi commossi dei numerosi presenti.
“Scusa, Santo,” ha detto, trattenendo a fatica le lacrime, “perché non siamo riusciti a proteggerti. Eri il più piccolo di casa, sei venuto da me sanguinante chiedendo aiuto… Scusa, perché non potrai vedere crescere tua figlia, né cantare ancora le tue canzoni preferite”.

Un gesto di riconoscenza verso chi ha cercato di salvare Santo

Nel suo intervento, la sorella ha anche voluto ringraziare i medici dell’ospedale Cannizzaro, le forze dell’ordine e tutti coloro che hanno mostrato vicinanza in questi giorni drammatici.

“Ciao Santo, ti amiamo tutti. Fai buon viaggio”.

L’arcivescovo Renna: “Catania deve risorgere credendo nella legalità”

Durante l’omelia, l’arcivescovo Luigi Renna ha espresso profondo dolore per la perdita di un giovane uomo che rappresentava i valori del lavoro e della generosità: “Santo era un uomo onesto. Chi lavora lo è. Aveva spesso donato qualcosa a chi poi l’ha ucciso”.

Monsignor Renna ha quindi lanciato un monito alla città: “Santo era disarmato, in una città dove le armi diventano idoli, non per difendersi, ma per attaccare. Quando si è onesti, non si porta un’arma in tasca. La città non deve cedere alla vendetta, ma deve risorgere nella legalità”.

Il presunto assassino è in carcere

Per l’omicidio è attualmente detenuto Akhabue Innocent, un posteggiatore abusivo di 37 anni originario dello Zimbabwe, conosciuto come “John Obama”. L’uomo è stato arrestato e si trova in carcere in attesa di giudizio.

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