Pubblicato il 25 Settembre 2025
Israele accusa: “Una provocazione” – I promotori: “Andremo dritti a Gaza finché non finirà il genocidio”.
La posizione della Flotilla
La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, in rappresentanza del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha comunicato al governo italiano il rifiuto della proposta avanzata mercoledì: dirottare gli aiuti umanitari verso Cipro, per poi trasferirli a Gaza tramite il patriarcato latino di Gerusalemme.
I promotori hanno ribadito che la missione non cambia obiettivo: rompere l’assedio considerato “illegale” e consegnare direttamente gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. In una nota ufficiale hanno avvertito che qualsiasi ostacolo rappresenterebbe una violazione del diritto internazionale e dell’ordinanza della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare i soccorsi.
Le accuse contro Israele
Secondo il Global Movement to Gaza, gli attacchi israeliani hanno già provocato la morte di 30 persone in un solo giorno, inclusi 11 civili, tra cui bambini, in seguito al bombardamento di una casa. Dal 7 ottobre 2023, i bilanci diffusi parlano di oltre 65.000 morti e più di 167.000 feriti, con migliaia di persone ancora sotto le macerie.
La replica di Israele
Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha dichiarato che Israele aveva accettato la proposta italiana di convogliare gli aiuti attraverso Cipro, ma che la Flotilla l’ha rifiutata dimostrando, a suo dire, di avere come obiettivo la “provocazione al servizio di Hamas”. Sa’ar ha ribadito che lo Stato ebraico non permetterà alle navi di violare il blocco navale in una zona di conflitto attivo, precisando tuttavia la disponibilità a valutare “accordi legali e pacifici”.
La conferenza stampa della Flotilla
Durante una conferenza stampa, i promotori hanno denunciato i recenti attacchi con droni e bombe sonore contro la missione, definiti come prova della “disperazione dell’entità sionista”.
Nkosi Zwelivelile Mandela, ex parlamentare sudafricano, ha paragonato la situazione all’apartheid in Sudafrica, accusando Israele di agire “da oltre settant’anni in violazione del diritto internazionale”. Ha lanciato un appello a governi e società civile affinché esercitino pressioni contro le intimidazioni israeliane.
Le voci del comitato direttivo
Kleoniki Alexopoulou ha accolto con favore la presenza di navi italiane e spagnole che accompagneranno la Flotilla, sottolineando che questo sostegno è frutto soprattutto delle mobilitazioni di cittadini e sindacati.
Arundhati Gandikota, del Hague Group, ha denunciato la mancanza di azioni concrete da parte di organismi internazionali come Onu e Corte penale internazionale, accusati di limitarsi a esprimere condanne senza conseguenze.
Yasemin Acar, membro del comitato direttivo, ha ricordato che la Flotilla è composta da circa 50 imbarcazioni con aiuti umanitari e centinaia di osservatori internazionali. Ha sottolineato che le minacce ricevute hanno avuto l’effetto opposto: “Ci hanno uniti ancora di più, andremo dritti a Gaza”.
L’appello finale
Acar ha rivolto un messaggio diretto ai media, chiedendo di non amplificare “affermazioni israeliane ingiuste e non verificate come se fossero fatti”. Secondo lei, l’informazione può fare la differenza “tra la vita e la morte per Gaza e per i civili a bordo delle navi”.

