Pubblicato il 8 Settembre 2025
Le dimissioni sotto pressione politica
Dopo meno di dodici mesi alla guida del governo, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato le sue dimissioni. La decisione è arrivata in seguito alle forti pressioni interne al Partito Liberal Democratico (Ldp), dopo la pesante sconfitta elettorale di luglio, che ha fatto perdere al partito la maggioranza in entrambe le Camere, interrompendo una lunga tradizione di dominio politico iniziata nel 1955.
Le ragioni dell’uscita
Ishiba, nominato il 1° ottobre 2024 al posto di Fumio Kishida travolto dallo scandalo dei finanziamenti, ha ceduto alle richieste dei vertici del partito che lo hanno ritenuto responsabile della disfatta elettorale. A spingerlo fuori sono stati anche nomi di peso come Yoshihide Suga e Taro Aso, oltre alle dimissioni di quattro figure chiave dell’Ldp, tra cui il segretario generale Hiroshi Moriyama.
Determinante è stata la sconfitta alle elezioni per la Camera alta, legata all’insoddisfazione per le politiche economiche: l’esecutivo ha infatti respinto la proposta dell’opposizione di ridurre la tassa sui consumi, nonostante inflazione elevata, salari fermi e crisi economica. A peggiorare la situazione, i dazi introdotti da Donald Trump, che hanno aggravato le difficoltà del Paese e minato la credibilità del premier.
L’accordo commerciale con Washington
Solo pochi giorni fa, Tokyo aveva ottenuto dagli Stati Uniti una riduzione dei dazi sulle auto e altri prodotti dal 27,5% al 15%. Secondo il Nikkei Asia, la concessione americana sarebbe arrivata in cambio della promessa giapponese di investimenti da 550 miliardi di dollari entro il 2029. Sarà lo stesso presidente Trump a decidere in quali settori allocare queste risorse, ma resta incerto se l’intesa sopravviverà al cambio di governo in Giappone.
La corsa alla successione
Ora si apre la sfida per la leadership dell’Ldp. Ishiba ha chiesto che vengano convocate elezioni interne il 4 ottobre, data già confermata da fonti del partito. Tra i nomi in campo:
- Shinjiro Koizumi, attuale ministro dell’Agricoltura e figlio dell’ex premier Junichiro;
- Sanae Takaichi, figura ultraconservatrice vicina a Shinzo Abe, che potrebbe diventare la prima donna premier nella storia del Giappone;
- Yoshimasa Hayashi, segretario di Gabinetto ed ex ministro degli Esteri, considerato un moderato.
Il nuovo scenario politico
La scelta del prossimo leader sarà più complessa del solito: l’Ldp e il partner di coalizione Komeito hanno perso la maggioranza parlamentare, quindi non sarà automatico che il nuovo capo del partito diventi premier. Sarà necessaria una collaborazione con l’opposizione, ma la sua frammentazione rende difficile un’alternativa di governo.
Un sondaggio dell’agenzia Kyodo rivela che il 55% dei cittadini non vuole nuove elezioni, segno di una popolazione stanca dell’instabilità politica. Con le dimissioni di Ishiba, il Giappone entra dunque in una nuova fase di profonda incertezza politica ed economica.

