Pubblicato il 24 Gennaio 2024
Un lunghissimo applauso ha accompagnato l’arrivo del feretro di Gigi Riva davanti alla Basilica di Bonaria, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi celebra i funerali del bomber dello scudetto rossoblù e capocannoniere della Nazionale.
Decine di migliaia le persone presenti per dare l’ultimo saluto a Rombo di Tuono.

Nella piazza sottostante la chiesa è stato allestito anche un megaschermo per seguire la messa.
All’interno della chiesa, per volere della famiglia, vietate foto e video.
La camera ardente è stata chiusa alle 13.
Moltissimi già in fila da questa mattina, giunti da ogni parte della Sardegna, hanno voluto salutare Gigi Riva, Gigi per tutti i cagliaritani e i sardi che lo avevano accolto come un figlio nella loro terra.
Sino alle 22 di ieri, orario di chiusura della camera ardente sistemata nell’atrio della Unipol Domus, migliaia di persone si sono messe in coda, per oltre un chilometro, per omaggiare non solo il grande campione del Cagliari dello scudetto e della Nazionale, ma anche l’uomo.
Molti lo hanno conosciuto già quando aveva già terminato la sua carriera sportiva, della quale hanno solo sentito parlare e visto su tv e internet, e hanno apprezzato l’uomo, generoso e schivo, fuori dal campo. In fila, anche da questa mattina alle 7, non solo tifosi ma anche famiglie con bambini e tanti giovani.
L’omelia
“Lo sport come vita, arte, disciplina, passione condivisa, che non si può comprare. Lo sport è gioia, dono del Creatore: tutto questo si celebra in Gigi Riva, i meriti sportivi e la grandezza dell’uomo, non sorprende la presenza oggi di tanti amici a ammiratori”. È iniziata così l’omelia dell’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi.
“Sono molte le immagini di questi giorni che celebrano la bellezza e la potenza di Riva, la sua esultanza con le lunghe braccia al cielo. Corri di nuovo e tieni ancora alte le tue braccia al cielo, corri e guarda in alto, in cielo con i tuoi genitori e la tua amata sorella”.
Il figlio Nicola
“Mio padre non lo convinceva nessuno, anche ieri se n’è andato come voleva lui, era hombre vertical sino alla fine e anche ieri ha deciso quello che voleva fare”. Nicola Riva, figlio maggiore di Gigi Riva, ha concluso così il saluto finale ai funerali nella basilica di Bonaria.
Riva sarà sepolto nel cimitero monumentale di Bonaria, in una cappella proprio accanto alla Basilica che ospita i funerali, in forma privata.
Dal presidente federale, Gabriele Gravina, al ct azzurro Luciano Spalletti, passando per i campioni del mondo del 2006: la delegazione Figc, giunta a Cagliari in tarda mattinata, ha reso omaggio a Gigi Riva, prima con la presenza alla camera ardente e nel pomeriggio con la presenza ai funerali del capocannoniere assoluto della storia della nazionale.
Con Gravina, fanno parte della delegazione Figc arrivata da Roma Matteo Marani e Giancarlo Abete, presidenti rispettivamente della Lega Pro e della Dilettanti, l’ex n.1 della federazione, Franco Carraro, Spalletti col team manager azzurro e campione del mondo 2006 Gigi Buffon, Fabio Cannavaro che di quell’Italia era capitano, e poi Simone Perrotta, Marco Amelia, Angelo Peruzzi, Marco Tardelli e Giancarlo De Sisti. Alle esequie parteciperà anche il presidente del Coni Giovanni Malagò.
“Eroi come Riva non smetteranno mai di esserci vicini: lui aveva questa grande qualità di essere umile e perbene. Aveva la caratteristica di essere un protagonista senza voler attrarre i riflettori su di sé. Per lui erano importanti i suoi cari, gli amici. Emblematico il comportamento dopo la vittoria del mondiale: lui si eclissa per lasciare la luce agli altri”, ha detto Spalletti. “Il soprannome – ha aggiunto – dice molto: il suo tiro e il suo valore morale facevano più rumore delle sue parole”.
“Gigi Riva ha profonde radici nel passato, nel presente e che vogliamo proiettare nel futuro. Io credo che il calcio non possa permettersi di abbandonare lo spirito che che incarnato Gigi Riva e che credo sia apprezzato da tutti i tifosi di calcio di qualunque maglia e da tutti gli sportivi e da una buona parte della comunità nazionale”, ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi, ai cronisti che lo attendevano fuori dalla camera ardente allestita alla Unipol Domus.
“I funerali solenni sono stati proclamati proprio perché si riconosce oltre alla cifra sportiva anche quella morale che oggettivamente non è diffusa in questo tempo”, ha concluso.
Alla camera ardente anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. “Oggettivamente faccio fatica a trovare qualcuno che, nel mondo dello sport, sia stato più integerrimo di lui da tutti i punti di vista. Poi qualcuno dice ‘erano altri tempi’, ma io penso che lui oggi, ma anche tra mille anni, sarebbe stato comunque così”, ha detto. “Lui è patrimonio del mondo del calcio ma anche dello sport italiano – ha aggiunto – rimarrà qui in Sardegna e credo che diventerà un luogo di pellegrinaggio”

