Pubblicato il 28 Agosto 2025
Una mobilitazione partita dalla Toscana
Oggi, 28 agosto 2025, migliaia di operatori e operatrici sanitari hanno aderito alla giornata nazionale di digiuno per denunciare il genocidio in corso a Gaza. L’iniziativa è nata lo scorso 29 luglio in Toscana con un digiuno a staffetta che ha visto coinvolte oltre 4mila persone, diffondendosi rapidamente in tutte le regioni italiane grazie all’impegno dei movimenti “Sanitari per Gaza” e “BDS Teva? No grazie!”.
Il digiuno davanti agli ospedali
Secondo gli organizzatori, oggi sono stati circa 15mila i professionisti della sanità che hanno scelto di digiunare, manifestando davanti a oltre 500 presidi sanitari tra ospedali e strutture territoriali. La protesta ha ricevuto il sostegno di Don Luigi Ciotti e di oltre 100 associazioni, tra cui Cgil Fp, Usb, Anpi provinciale di Pisa, Arci, oltre a numerosi cittadini e cittadine che si sono iscritti attraverso il form ufficiale dell’iniziativa.
Il flash mob a Roma
A Roma, all’esterno del Policlinico Tor Vergata, si è svolto un flash mob che ha visto la partecipazione di decine di operatori sanitari con cartelli che recitavano: “digiuno contro il genocidio a Gaza”. L’unica bandiera esposta era quella palestinese.
Lo psichiatra Vittorio Infante, membro della Rete Sanitari per Gaza, ha dichiarato: “La fame oggi è usata come arma di guerra. Noi utilizziamo il digiuno per chiedere al governo italiano e all’Europa di prendere posizione”.
Le richieste del movimento
Il movimento dei sanitari chiede al governo italiano di:
- interrompere subito ogni accordo militare e la fornitura di armi a Israele;
- lavorare per un cessate il fuoco immediato;
- aprire corridoi umanitari per l’ingresso di cibo e medicinali a Gaza.
Agli ordini professionali, società scientifiche e istituzioni sanitarie si chiede invece di:
- approvare una dichiarazione ufficiale di riconoscimento del genocidio;
- assumere un impegno concreto per contrastararlo con tutti gli strumenti disponibili.
Infine, gli organizzatori invitano a sostenere la campagna di boicottaggio “No Teva” contro la multinazionale farmaceutica israeliana Teva, chiedendo la risoluzione dei contratti in corso e il rifiuto di nuove collaborazioni con un’azienda ritenuta complice di occupazione, apartheid e genocidio.

