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Scoperto un giro irregolare di badanti: 19 donne georgiane arrestate

Pubblicato il 25 Gennaio 2025

La Squadra Mobile della Questura di Udine ha scoperto un giro irregolare di badanti su tutto il territorio italiano, che ha portato all’arresto di 19 donne e alla denuncia in stato di libertà di 17 donne, tutte di origini georgiane che svolgevano l’attività di badanti.

L’indagini sul giro irregolare di badanti

Qualche mese fa erano partite le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, dopo una serie di segnalazioni anomale ricevute dagli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate in merito ad un accesso anomalo e massiccio di numerose donne negli uffici che, pur essendo georgiane, si presentavano come cittadine comunitarie fornendo documenti validi per l’espatrio di paesi appartenenti all’Unione Europea, come Slovacchia, Polonia e Lituania.

Presentando questi documenti queste donne potevano accedere al mondo del lavoro e svolgere la professione di badante, godendo anche di tutti i benefici giuridici, fiscali e sanitari e aggirando le norme che regolano la permanenza dei cittadini extracomunitari in Europa. Successivamente le badanti si erano poi spostate in altre province per poter iniziare a lavorare come badanti.

Durante le indagini sono state effettuate varie perquisizioni: 14 a Udine, 6 a Pordenone e altre nelle città di Bolzano, Prato, Venezia, Gorizia, Belluno, Pistoia, Firenze, Torino, Lecce, Varese e Latina. 36 i codici fiscali e altrettanti i documenti comunitari falsi sequestrati, molti dei quali slovacchi.

19 donne (6 a Pordenone, 4 a Venezia, 3 a Bolzano, 2 a Pistoia, 1 a Varese, 1 a Belluno, 1 a Lecce e 1 a Latina) sono finite in manette con l’accusa di possesso e fabbricazione di documentazione di identificazione falsi, e altre 17 sono state deferite in stato di libertà all’autorità giudiziaria per il medesimo reato.

Terminati tutti gli accertamenti, se le donne non presenteranno regolare permesso di soggiorno saranno espulse dall’Italia. Intanto le indagini proseguono, poiché l’organizzazione smantellata era ben strutturata e alla cifra di 600 euro era in grado di produrre i documenti necessari, fabbricandoli all’estero e consegnandoli all’acquirente entro pochi giorni.

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