Pubblicato il 10 Gennaio 2024
Inizia a fornire nuovi elementi la Fiat Punto di Filippo Turetta, che settimane fa era stata trasportata in Italia dalla Germania, dove l’omicida era fuggito dopo aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
I Ris di Parma hanno già compiuto le prima analisi sul sangue presente nella vettura, ma si attendono anche i rilievi sugli oggetti ritrovati all’interno.

Intanto, risulta una copiosa presenza di sangue all’interno della vettura, concentrata soprattutto sul sedile posteriore.
Non è ancora chiaro, però, se l’11 novembre scorso Giulia fosse stata assalita e poi trasportata sanguinante a bordo dell’auto o se le ultime coltellate, quelle mortali, siano state inflitte proprio sul sedile posteriore.
Un’altra ipotesi ancora, è che la vittima fosse già morta quando è stata caricata sulla vettura dall’assassino.
Per avere ulteriori indizi, si aspetta che i carabinieri effettuino sulla Punto anche la bloodstain pattern analysis, la tecnica di analisi delle tracce ematiche, che studia la traiettoria seguita del sangue e la forma.
Consentirebbe di capire la dinamica esatta degli eventi, risalendo all’azione e l’arma che ha provocato il sanguinamento. Ma è necessario attendere che il pm Paolo Petroni conferisca l’incarico ai Ris.
I successivi rilievi saranno quelli da effettuare su alcuni degli oggetti trovati all’interno dell’auto di Filippo.
Tra questi, il coltello, lo scotch, i sacchi neri e un telefono. Già la prossima settimana, il pm potrebbe dare l’incarico ai consulenti per compiere le analisi.
Nel frattempo, Filippo Turetta continua a essere detenuto nel carcere veronese di Montorio, indagato per omicidio volontario.
Gli accertamenti potrebbero, però, determinare ulteriori aggravanti a suo carico, così come quello della crudeltà e della premeditazione, che potrebbero farlo condannare all’ergastolo.

