“Non succederà adesso, ma a bocce ferme, in questo momento le armi servono per fare la guerra, non per fare baratti. Alla fine delle ostilità chi avrà bisogno di armi andrà a comprarle a prezzi da outlet, come già accaduto in Bosnia. Quando la ‘ndrangheta ne ha avuto bisogno, è andata in Bosnia a comprare armi, le ha comprate dalla mafia pugliese oppure le ha barattate con la cocaina”.
Sono queste le parole del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che si rivolge ad Adnkronos. Si riferisce chiaramente alla possibilità che finiscano nel circuito della grande criminalità organizzata internazionale armi ed esplosivi, mitra, bombe, missili anti-carro, provenienti dalla guerra in Ucraina.
Gratteri cita anche la ‘ndrangheta: “ha già avuto questo tipo di armi, non sarebbe un elemento di novità. La ‘ndrangheta non ha questa primazia, tutte le organizzazioni criminali che hanno bisogno di armi andranno a cercarle a basso costo, ad un costo inferiore rispetto a quello del mercato nero.
Ma le mafie non hanno mai avuto problemi di approvvigionamento di armi, perché nel mondo ce n’è una grande quantità, l’approvvigionamento può avvenire dove si vuole. Dalla Svizzera all’ex Jugoslavia e in qualsiasi teatro di guerra c’è il mercato nero delle armi, dunque non sarebbe una novità. Anche se, ribadisco, c’è la possibilità di comprare armi più sofisticate a buon prezzo”.
Come impedirlo? Il magistrato aggiunge: “Se gli Stati si parlano, se le polizie e le magistrature si parlano, sarebbe l’unico modo per stroncare questo mercato”.
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