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Hamas dice “no” alla tregua: Israele prepara un’offensiva totale su Gaza

Pubblicato il 30 Maggio 2025

Fallisce l’ultima proposta americana: Hamas rifiuta il cessate il fuoco

Hamas ha respinto l’ultima proposta di tregua avanzata dagli Stati Uniti, alimentando ulteriormente le tensioni con Israele. Il piano, che prevedeva una sospensione temporanea delle ostilità e un complesso scambio di ostaggi e prigionieri, è stato giudicato insufficiente da parte del movimento islamista palestinese.

La Casa Bianca aveva dichiarato che Israele aveva accettato il piano, elaborato dall’inviato statunitense Steve Witkoff, e che ora spettava a Hamas fornire una risposta formale. Quella risposta è arrivata: un netto rifiuto.

Un alto rappresentante di Hamas ha dichiarato alla BBC che la proposta “non soddisfa le condizioni fondamentali”, tra cui la fine completa del conflitto armato.

I termini dell’accordo respinto

La bozza di intesa prevedeva una tregua di 60 giorni, durante la quale Hamas avrebbe liberato 10 ostaggi ancora in vita e restituito 18 corpi di israeliani. In cambio, Israele avrebbe rilasciato 125 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo, 1.111 cittadini di Gaza arrestati dall’inizio della guerra e 180 salme di combattenti palestinesi.

Tuttavia, secondo fonti interne a Hamas, il nodo cruciale è che l’intesa non garantiva un cessate il fuoco permanente. Inoltre, non vi erano clausole vincolanti che impedissero a Israele di riprendere le operazioni militari una volta scaduta la tregua, come già avvenuto lo scorso marzo.

L’escalation annunciata: “Ora basta scuse, distruggiamo Hamas”

A seguito del rifiuto di Hamas, il clima si è fatto ancora più teso. Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha invocato un intervento militare massiccio.

“È il momento di entrare nella Striscia di Gaza con tutta la forza necessaria”, ha scritto Ben Gvir su Telegram, rivolgendosi direttamente al primo ministro israeliano.

“Hamas ha detto ancora una volta ‘no’ a un accordo. Non ci sono più scuse. Abbiamo già sprecato troppe occasioni. Ora serve una risposta dura, mirata alla distruzione totale di Hamas”, ha aggiunto il ministro.

Verso un nuovo fronte di guerra?

Le parole di Ben Gvir sembrano anticipare una nuova e violenta fase del conflitto, proprio mentre la diplomazia internazionale tentava faticosamente di tenere aperto uno spiraglio di dialogo.

Il rischio di una nuova escalation è concreto, e il rifiuto della tregua potrebbe tradursi in un ampliamento delle operazioni militari israeliane dentro Gaza, con conseguenze tragiche per la popolazione civile.

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