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Mattarella

Hiroshima, 80 anni dopo l’esplosione nucleare: Il ricordo dei sopravvissuti, il monito di Mattarella

Pubblicato il 6 Agosto 2025

Il Ricordo di un Giorno Apocalittico

Alle 8,15 del 6 agosto 2025, la città di Hiroshima ha osservato un minuto di silenzio per commemorare il lancio della bomba atomica da parte degli Stati Uniti, avvenuto esattamente 80 anni prima. Quell’attacco causò la morte di circa 140.000 persone. Tre giorni dopo, un ordigno simile fu sganciato su Nagasaki, provocando altri 74.000 morti.

Il Primo Ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha dichiarato: “Il Giappone, unica nazione ad aver subito bombardamenti nucleari in tempo di guerra, ha il dovere di guidare gli sforzi internazionali per un mondo senza armi nucleari”.

Cresce l’allarme Internazionale

Durante la cerimonia, Kazumi Matsui, sindaco di Hiroshima, ha espresso preoccupazione per la crescente militarizzazione globale: “Gli Stati Uniti e la Russia detengono il 90% delle testate nucleari mondiali. In un’epoca segnata da guerre e tensioni crescenti, assistiamo a una pericolosa corsa al riarmo”.
Ha poi criticato i leader mondiali che considerano le armi nucleari “essenziali per la difesa nazionale”, ignorando le lezioni della Storia.

Alla commemorazione hanno partecipato rappresentanti di 120 nazioni e organizzazioni, segno di una crescente attenzione internazionale verso il disarmo nucleare.

Mattarella: “Un monito che l’umanità non può dimenticare”

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha sottolineato la gravità e il significato storico dell’anniversario: “Le esplosioni atomiche disintegrarono interi quartieri in un solo istante, causando decine di migliaia di morti, perlopiù civili innocenti. Quelle tragedie sono un monito per l’intera umanità”.

Mattarella ha ribadito che: “Nessuna guerra nucleare può essere combattuta o vinta senza mettere a rischio la sopravvivenza della vita sul pianeta”.

Per il Capo dello Stato, Hiroshima e Nagasaki non rappresentano solo ferite storiche per il Giappone, ma simboli universali della distruttività umana e della possibilità di rinascita attraverso la pace.

Un Appello al Disarmo

Mattarella ha lanciato un chiaro messaggio: “L’uso, o anche la sola minaccia concreta di impiegare armi nucleari, costituisce un crimine contro l’umanità”.

Ha poi ribadito l’importanza di non abbandonare il percorso tracciato dopo la Seconda Guerra Mondiale:
“L’architettura globale del disarmo nucleare e della non proliferazione deve essere preservata. Smantellarla significherebbe aprire le porte a un clima di scontro globale”.

Infine, ha ricordato il ruolo dell’Italia: “A 50 anni dalla ratifica del Trattato di Non Proliferazione, la Repubblica Italiana riafferma il proprio impegno per un mondo libero dalle armi nucleari”.

Le testimonianze dei sopravvissuti: “Non riusciamo a dimenticare”

Oggi, i sopravvissuti alla bomba atomica, noti come hibakusha, sono meno di 100.000. Le loro voci restano fondamentali per mantenere viva la memoria.
Yoshiko Niiyama, che aveva dieci anni nel 1945, ricorda: “C’era fumo ovunque, i corpi erano sparsi per terra, e il caldo era insopportabile. I volti delle persone erano così sfigurati che non volevo guardarli”.

La donna ha raccontato di non aver mai ritrovato suo padre, probabilmente incenerito assieme ai suoi colleghi in banca.
Per anni, molti hibakusha hanno scelto il silenzio, temendo discriminazioni.
“Si diceva che i figli di Hiroshima sarebbero nati deformi”, ha raccontato Niiyama.
“Non mi piace il mese di agosto. Ogni anno, in questo periodo, tornano gli incubi. Non voglio pensare a quel giorno, ma non riesco a dimenticarlo. Sono orgogliosa di essere ancora viva per ricordare”.

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