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Il mistero della morte di Erika Ferini Strambi: nessuna ferita, restano i dubbi

Pubblicato il 25 Luglio 2025

I risultati preliminari dell’autopsia non chiariscono le cause del decesso

Nessuna coltellata, nessun colpo d’arma da fuoco, né segni evidenti di violenza. Solo alcune fratture alle costole, compatibili con un possibile incidente stradale. Sono questi i primi riscontri emersi dall’autopsia sul corpo di Erika Ferini Strambi, la 53enne dipendente dell’area risorse umane di Luxottica, scomparsa nella notte tra il 5 e il 6 luglio e ritrovata priva di vita il 16 luglio nei campi tra Pantigliate e Peschiera Borromeo.

Un’indagine ancora senza risposte

I risultati dell’esame autoptico non risolvono il mistero della morte di Erika, per la quale la Procura di Milano indaga per omicidio, affidando il caso ai carabinieri del Nucleo operativo del comando provinciale, coordinati dal pm Francesco De Tommasi.

Il corpo della donna è stato ritrovato in un’area isolata, a circa 200 metri dal punto in cui era stata individuata la sua Mini Cooper Countryman, uscita di strada e finita in un fosso. L’auto era dotata di pedali modificati, vista la disabilità motoria di Erika.

Vicino al cadavere sono stati trovati gli slip sfilati, le stampelle e una scarpa (l’altra la indossava ancora). La borsa e il cellulare, invece, non sono mai stati ritrovati, e quella notte Erika non ha mai usato il telefono per chiedere aiuto.

L’ultima sera in pizzeria

La sera della scomparsa, Erika aveva trascorso alcune ore in una pizzeria-karaoke di Segrate con alcune amiche. Dopo aver bevuto qualche drink e cantato, aveva rifiutato un passaggio e deciso di guidare da sola. Invece di tornare nella sua casa a Milano, in zona piazzale Cuoco, si è diretta verso Pantigliate.

Il suo tragitto è stato tracciato dalle telecamere conta-targhe dei comuni attraversati dalla sua vettura. L’ultima attività del cellulare aggancia una cella telefonica di Pantigliate, ma nella notte vengono registrati solo dati di traffico. Poi, alle prime luci del 6 luglio, il telefono si spegne.

Il padre, Aldo Sergio, allarmato dall’assenza di contatti, si rivolge ai carabinieri della compagnia Porta Monforte il mattino del 7 luglio per denunciarne la scomparsa.

Il ritrovamento e i prossimi sviluppi

Il 16 luglio, un agricoltore avvista il corpo in decomposizione nei campi. Le condizioni del cadavere, già molto compromesse, non hanno permesso al medico legale di stabilire una causa di morte immediata. Ora l’autopsia ha confermato l’assenza di ferite gravi o lesioni al cranio, lasciando aperte tutte le ipotesi, compresa quella di un incidente autonomo o di un’azione criminale mascherata.

Gli accertamenti proseguiranno, nella speranza che i dettagli ancora oscuri possano emergere e fare finalmente chiarezza su una vicenda che continua a lasciare molti interrogativi.

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