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Il rischio di vibrazioni nei luoghi di lavoro e ridurre i pericoli

Pubblicato il 9 Maggio 2025

Aziende, imprese e attività conoscono bene il rischio spesso sottovalutato delle vibrazioni che potenzialmente è in grado di danneggiare profondamente la salute dei professionisti. Le fonti di oscillazione sono molteplici: dal contesto industriale agli strumenti e macchinari utilizzati fino alle attività svolte. Attraverso una gestione corretta e un’analisi attenta si può garantire un ambiente lavorativo che risulti, al tempo stesso, sicuro, produttivo e conforme alle normative.

Vediamo insieme cosa sono le vibrazioni, come affrontare il rischio e soffermiamoci su tutte le operazioni che vanno effettuate per mitigare i danni.

L’analisi delle vibrazioni, il primo step

Primo aspetto da valutare? Effettuare un’analisi delle vibrazioni con l’aiuto di specialisti del settore come Pulse Dynamics. Le oscillazioni, trasmesse al corpo tramite un contatto con superfici o strumenti in movimento, hanno origine da motori, turbine, compressori o macchinari utilizzati in ambito industriale.

La loro presenza? Provoca conseguenze impattanti sulla salute. Tra i più comuni troviamo disturbi muscolo-scheletrici, problemi uditivi e affaticamento. Proprio per questo è più che mai fondamentale occuparsi di prevenzione: si dovranno individuare in modo preciso le fonti con il supporto di strumenti avanzati che rilevano parametri di intensità, frequenza e direzione delle vibrazioni.

La misurazione viene effettuata sia indoor, ad esempio in capannoni o laboratori, sia outdoor presso parchi industriali, piazzali o siti di movimentazione materiali. L’obiettivo? Mappare l’intero scenario acustico e le vibrazioni del sito.

Lo studio non è una semplice rilevazione; viene infatti elaborato un report preciso con quantità e qualità delle oscillazioni per rispondere alla normativa 81/2008 italiana. I professionisti che se ne occupano identificano le aree più critiche e stendono un piano di intervento mirato. Vengono previste azioni correttive quali adozione di supporti antivibranti, sostituzione o manutenzione dei macchinari o riorganizzazione delle aree per minimizzare l’esposizione.

Sicuramente importante è delegare l’attività ad un team qualificato che eseguirà l’attento check con competenza acustica e ingegneristica sfruttando i macchinari più all’avanguardia.

 Cosa dice la normativa

Per limitare la comparsa di sintomi causati dall’esposizione a vibrazioni bisogna seguire quanto riportato all’interno del Testo Unico sulla Sicurezza in cui viene obbligato il datore di lavoro a valutare i rischi a cui il proprio team è esposto e quindi adottare le migliori strategie per proteggerli e limitare danni. La normativa specifica in modo dettagliato i limiti di esposizione quotidiana e suggerisce le misure correttive da adottare.

Se un’azienda ignora i segnali ha una responsabilità penale e va incontro a sanzioni economiche oltre a mettere in pericolo la salute dei lavoratori. È quindi indispensabile, oltre all’analisi, effettuare un documento di valutazione dei rischi e pianificare un programma di monitoraggio periodico.

Quali sono i rischi per la salute?

I soggetti che vengono esposti in maniera prolungata alle vibrazioni possono sviluppare disturbi e problematiche di salute di varie tipologie. Le oscillazioni trasmesse al sistema mano-braccio, tipiche di chi utilizza utensili elettrici, tra cui trapani, smerigliatrici o martelli demolitori possono avere formicolio, perdita di sensibilità, dolori articolari e persino situazioni più gravi.

Se le vibrazioni sono distribuite su tutto il corpo, per esempio nel caso di conducenti di veicoli industriali, carrelli elevatori o mezzi pesanti, dolori lombari, disturbi alla colonna e problemi posturali possono manifestarsi specialmente quando non vengono impiegati correttamente i dispositivi di protezione individuale.

Le oscillazioni sono spesso accompagnate da una forte rumorosità; quando non vengono indossate le cuffie antirumore come DPI si verificano casi di un abbassamento delle prestazioni uditive e nei casi peggiori sordità.

Come intervenire: le possibili opzioni per proteggere dalle vibrazioni

Non si esaurisce il compito di ridurre il rischio di esposizione alle vibrazioni semplicemente eseguendo un’analisi tecnica; dopo il report è fondamentale eseguire un esame coordinato che unisca strategie operative, tecniche e gestionali. Tra le prime misure da adottare c’è la scelta delle attrezzature più idonee o la loro sostituzione. Scegliere dispositivi più nuovi e performanti, meno rumorosi e dunque soggetti ad una riduzione della generazione di vibrazioni fa la differenza.

Altrettanto importante la manutenzione periodica: i componenti usurati o sbilanciati aumentano significativamente il livello di vibrazioni generato. Dal punto di vista organizzativo risulta utile pianificare turni e pause per limitare il tempo di esposizione, specialmente per mansioni che prevedono l’uso prolungato di attrezzature di questa categoria. Anche la rotazione dei compiti ha dato ottimi risultati.

Non va poi sottovalutata la formazione del personale: i lavoratori devono conoscere i rischi ma soprattutto le best practice per limitare l’esposizione e riconoscere i primi segnali di un disturbo correlato. Completano il quadro interventi di check sanitari che monitorano la salute degli operatori.

Affrontare efficacemente il rischio di vibrazioni nei luoghi di lavoro dà modo di ottenere un approccio sistemico che passa dall’analisi tecnica approfondita alla messa in atto di interventi correttivi e strategie organizzative. Le vibrazioni, oltre ad essere fonte di disagio fisico e acustico, rappresentano un vero e proprio rischio per la salute. Quindi, investire in attività specialistiche, tecnologie di mitigazione e formazione del personale, è la strada più sicura e in linea con le normative vigenti.

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