Pubblicato il 17 Giugno 2023
“Tutti sanno quanto generalmente siamo attivi sui social, questi giorni di silenzio sono motivati dal forte dolore che proviamo per quanto accaduto. Siamo scossi e addolorati della tragedia consumatasi, e il nostro pensiero è rivolto alla famiglia del piccolo. Ci rincresce constatare, però, che l’opinione pubblica sia stata fuorviata da una cattiva informazione normativa, che sta mettendo pesantemente in dubbio la professionalità e la diligenza del nostro operato”.
Così Gabriele Morabito, titolare di Skylimit, la società che ha noleggiato al gruppo di giovani youtuber, i TheBorderline, la Lamborghini che si è scontrata con la Smart su cui viaggiava Manuel Proietti.
Morabito avrebbe ricevuto minacce di morte, perché ritenuto indirettamente colpevole dell’incidente che mercoledì scorso a Casal Palocco, a Roma, ha provocato la morte del bambino di 5 anni.
Il riferimento di Morabito è alle ricostruzioni secondo cui la Lamborghini affittata aveva una cilindrata troppo alta per poter essere noleggiata a un 19enne, nello specifico a Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del mezzo, indagato per omicidio colposo.
“Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi – sottolinea il titolare di Skylimit – abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione. Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle Autorità. Ma non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatore spetta ai genitori”.
“Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema passa in secondo piano, ma – conclude – continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile. Colgo, infine, l’occasione per ringraziare chi, invece, ci sta dimostrando la propria vicinanza, non per partito preso, ma perché, prima di giudicare o di condannare, si è informata”.

