Indagini sul prof di religione a Latina: le scioccanti dichiarazioni degli alunni molestati

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Prosegue l’inchiesta sul professore di religione e diacono arrestato a Latina con l’accusa di violenza sessuale sui suoi studenti e su altri minori, emergono i racconti shock fatti dalle vittime agli inquirenti.

In questi giorni sono state ascoltate alcune delle vittime, tutti minori all’epoca dei fatti: «Si comportava con me come un ragazzo che cerca di approcciare, cercandomi e cercando di attendere il momento in cui stavo da solo, lontano dai miei amici» ha detto uno di loro. «Guardate, mi ha mandato una sua foto», ha dichiarato un altro agli investigatori, mentre mostrava la chat con l’insegnante. «È disteso sul letto, in mutande, a gambe divaricate…».

Insomma, la situazione è seria e rischia di espandersi andando oltre il prof indagato.

Tutto comincia a gennaio. La garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Monica Sansoni, raccolte alcune confidenze di studenti del liceo scientifico ‘Majorana’ di Latina, e viste anche le chat tra i ragazzi e il prof, si è rivolta alla Procura.

Inequivocabile il contenuto delle conversazioni tanto che l’uomo, diacono permanente e impegnato attivamente anche in una casa famiglia e in parrocchia a Terracina, la sua città, viene subito sospeso. Il vescovo Mariano Crociata a febbraio gli ha revocato l’idoneità all’insegnamento e l’ha sospeso come diacono permanente.

Le forze dell’ordine, quindi, sono entrate in azione, ipotizzando abusi a carico di cinque ragazzi; per questo a luglio il 50enne è stato arrestato ha arrestato Frateschi e messo ai domiciliari. A settembre, quindi, una seconda ordinanza di custodia cautelare, con l’accusa per l’ex prof di aver abusato anche di un altro ragazzino, che all’epoca dei fatti non aveva ancora 14 anni: «Quando sono arrivato ha spento la televisione e mi ha fatto spogliare. Io tentennavo e gli dicevo: sono troppo piccolo per queste cose. Ma lui mi diceva di stare tranquillo».

In molti, tra le vittime, hanno raccontato che all’inizio i messaggi inviati tramite Instagram «erano normali», un approccio quindi; solo poi scopriva le sue vere intenzioni. Ma le molestie erano anche fisiche, con l’applicazione del così detto sexual stage, che consiste nel cingere i fianchi e le gambe delle vittime. «Quando ho capito cosa stava facendo ho provato a stare lontano da lui – ha denunciato uno degli studenti – anche perché sapeva che i fianchi erano una parte che non volevo mi si toccasse. Lui continuava a toccarmeli e a stringerli. Questa cosa mi infastidiva terribilmente».

L’indagine, come detto, continua, ed il dubbio che hanno ora gli inquirenti è che la vicenda possa andare oltre il diacono e ben oltre la provincia di Latina.

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Lidano Orlandi

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