Pubblicato il 22 Ottobre 2025
La novità principale della Manovra
La Legge di Bilancio 2026 introduce un cambiamento significativo nel sistema Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). La prima casa di abitazione sarà esclusa dal calcolo fino a un valore di 91.500 euro, rispetto agli attuali 52.500 euro.
Inoltre, la soglia aumenterà di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo, così da favorire i nuclei familiari più numerosi.
Questa misura, però, non sarà valida per tutti i bonus: riguarderà solo alcune prestazioni mirate, come l’Assegno di Inclusione, l’Assegno Unico e Universale, il Bonus nido e il Bonus nuovi nati. Una scelta selettiva che, secondo molti esperti, potrebbe generare confusione e disparità tra famiglie.
Cos’è e come funziona l’Isee oggi
L’Isee è lo strumento che misura la condizione economica complessiva di un nucleo familiare, utile per determinare l’accesso a agevolazioni, bonus e sussidi pubblici.
Nel calcolo vengono considerati:
- il reddito complessivo del nucleo (stipendi, pensioni, rendite, ecc.);
- il patrimonio mobiliare (conti correnti, risparmi, investimenti);
- il patrimonio immobiliare, compresi case e terreni.
Il valore finale viene poi “pesato” attraverso una scala di equivalenza, che tiene conto del numero dei componenti della famiglia e di eventuali condizioni particolari (come disabilità o figli minori).
La regola attuale sulla prima casa
Fino al 2025, il valore catastale della prima casa (rivalutato ai fini IMU) è escluso dall’Isee solo se inferiore a 52.500 euro.
Se supera questa cifra, si conteggiano i due terzi dell’importo eccedente, influendo così sul valore complessivo dell’indicatore.
Come cambia il calcolo con la nuova soglia
Dal 2026, la soglia salirà a 91.500 euro. Ciò significa che:
- le famiglie che vivono in abitazioni con valore catastale fino a questa cifra non vedranno la casa conteggiata nell’Isee;
- la franchigia potrà crescere in base ai figli conviventi: per esempio, una famiglia con tre figli potrà escludere fino a 96.500 euro.
I bonus che beneficeranno del nuovo calcolo
L’aumento della soglia per la prima casa non sarà applicato in modo universale. Riguarderà soltanto alcune prestazioni specifiche:
- Assegno di Inclusione (ADI)
- Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL)
- Assegno Unico e Universale per i figli a carico
- Bonus nido
- Bonus nuovi nati
Per altri benefici – come tasse universitarie, agevolazioni comunali o contributi regionali – resteranno in vigore le regole attuali. Questo doppio sistema rischia di creare complessità nei calcoli e difficoltà per CAF e cittadini, costretti a gestire Isee differenti per bonus diversi.
Nuova scala di equivalenza
Un’altra modifica importante riguarda la scala di equivalenza, che determina il “peso” dei componenti familiari nel calcolo.
Attualmente, la maggiorazione scatta solo dal terzo figlio in poi:
- +0,2 per tre figli
- +0,35 per quattro
- +0,5 per cinque o più
Dal 2026 il sistema diventerà più progressivo, includendo anche le famiglie con due figli:
- +0,1 per due figli
- +0,25 per tre
- +0,4 per quattro
- +0,55 per cinque o più
Una misura che riconosce per la prima volta il carico economico delle famiglie con due figli, finora escluse da qualsiasi incremento.
Critiche e possibili effetti
Secondo i sindacati e alcuni esperti, il provvedimento rischia di ridurre la progressività dell’Isee.
L’esclusione più ampia della prima casa potrebbe favorire i proprietari di immobili di valore ma con redditi bassi, penalizzando chi vive in affitto o possiede redditi regolari ma senza patrimoni.
Inoltre, il fatto che la misura valga solo per alcune prestazioni rischia di moltiplicare le pratiche e i costi amministrativi, generando confusione e disuguaglianze.
Le stime del Sole 24 Ore, basate sui dati dei CAF Acli, indicano che solo il 15% delle famiglie italiane trarrà un vantaggio concreto anche con una soglia di 100.000 euro.
Il costo della misura, previsto in 465 milioni di euro per il 2026, solleva quindi interrogativi sulla sua efficacia e sostenibilità.
In sintesi, la riforma dell’Isee 2026 introduce un vantaggio per alcune famiglie proprietarie della prima casa, ma lo fa in modo parziale e complesso. Le novità potrebbero semplificare l’accesso a determinati bonus, ma allo stesso tempo accentuare disparità e incertezze nel sistema di welfare.

