Pubblicato il 11 Settembre 2024
Sono trascorsi 50 anni da quando una famiglia fece immedesimare, sognare, commuovere, entusiasmare milioni di telespettatori. Gli Ingalls del celebre telefilm La Casa nella Prateria si presentarono l’11 settembre del 1974, quando fu trasmesso il primo episodio.
Gli italiani, però, li conobbero tre anni dopo, quando sull’onda del successo oltre Oceano la quotidianità di Laura, Mary, Charles, Caroline e la piccola Carrie affascinò anche il Bel Paese, dove andò in onda, inizialmente, con il titolo La piccola casa nella prateria.
Le vicende traggono ispirazione da una serie di romanzi dal titolo originale Little House (La piccola casa nella prateria, 1943-1945) della scrittrice statunitense Laura Ingalls Wilder.
Divisa in nove stagioni, racconta le vicende di una tradizionale famiglia americana che vive in una sperduta fattoria, vicino a un paesino del Minnesota, tra il 1870-1890.
Una serie televisiva che conquistò trattava temi trattati ancora attuali così come l’alcolismo, la fede, la povertà, l’adozione, la cecità (Mary perde la vista a causa della scarlattina), il razzismo e la dipendenza dalla droga.
Albert, figlio adottivo degli Ingalls, è dipendente dalla morfina.
Si parla anche di abuso di minori, di stupro, di maltrattamento degli animali. Senza dimenticare, comunque, anche momenti divertenti, comici.
Recentemente, alcuni degli attori protagonisti si sono riunuti per festeggiare il 50esimo anniversario.
Presente anche uno dei volti più noti, Melissa Gilbert, 60 anni, diventata iconica con le trecce del suo personaggio, Laura Ingalls. L’attrice 60enne ha rivelato di soffrire di misofonia.
“Se qualcuno dei bambini masticava una gomma, mangiava o batteva le unghie sul tavolo, desideravo scappare a gambe levate”, ha rivelato.
La misofonia, si spiega sul sito dell’Associazione Italiana Misofonia, è una sindrome neuro-comportamentale per cui si ha una ridotta tolleranza a suoni specifici (come quelli della masticazione e respirazione altrui, e molti altri). Di fronte a questi eventi esterni il sistema nervoso autonomo reagisce in modo negativa, provocando forte irritazione, rabbia, ansia.
“Quello che facevo era starmene seduta in silenzio. Mi sentivo di essere odiosa nei confronti di tutte le persone che lavoravano sul set e che amavo. È stata una parte davvero oscura e difficile della mia infanzia”, ha raccontato.

