“Sono una mamma italiana, di buona famiglia,ho studiato e lottato per difendere mio figlio e questo è quello che mi ha fatto lo Stato italiano”.
E’ l’appello consegnato in un file audio che P., la mamma di Parma della cui storia si è occupata DireDonne, dalla casa famiglia in Lombardiain cui è stata portata perché considerata “inadeguata” e per un “riallineamento del bambino con la figura paterna”.
La consegna prevista e firmata di suo pugno, “altrimenti sarei stata non collaborativa”, dei “documenti in originale, del cellulare che sarà dato agli operatori e riconsegnato in orari prestabiliti” dice questa mamma è il trattamento che si riserva ai “detenuti“.
P. ha denunciato il suo ex per violenza e da due CTU è stata definita “mamma simbiotica”. A settembre si celebrerà l’udienza per l’unica denuncia non archiviata, quella riferita ad abusi sessuali sul minore che del padre ha timore e rifiuta di vederlo.
Il piccolo ha certificate “patologie genetiche e immunitarie” e rientra nei casi i cui “si viene sollevati dalle vaccinazioni, come fa sapere anche l’avvocato Isabella Giampaoli, “ma gli cambieranno il pediatra e lunedi- dice P.- sono già state prenotate le vaccinazioni”. (Ag. DIRE)
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