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Uefa

La Uefa pronta a decidere sulla sospensione di Israele

Pubblicato il 25 Settembre 2025

Verso un possibile stop alle competizioni

La Uefa si prepara a pronunciarsi la prossima settimana sulla possibile sospensione di Israele dalle competizioni calcistiche europee. Secondo indiscrezioni, la maggioranza del comitato esecutivo sarebbe favorevole alla squalifica, in seguito alle conclusioni di una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite che ha accusato Israele di “genocidio” a Gaza.

Il dibattito è stato intenso negli ultimi giorni ai vertici dell’organizzazione, che ha ricordato come nel 2022 la Russia fu esclusa da tutte le competizioni dopo l’invasione dell’Ucraina. Israele fa parte della Uefa dal 1994.

Le pressioni dei club e il ruolo della politica

Già ad agosto, durante la finale di Supercoppa tra Paris Saint-Germain e Tottenham, la Uefa aveva promosso un messaggio forte con lo striscione “Smettete di uccidere i bambini, smettete di uccidere i civili”.
Alcuni club europei hanno chiesto all’organizzazione di evitare incroci con squadre israeliane, aumentando così le pressioni.

Una sospensione da parte della Uefa spingerebbe inevitabilmente anche la Fifa a prendere posizione. Tuttavia, l’organismo mondiale del calcio si trova in una situazione delicata: il suo presidente, Gianni Infantino, mantiene stretti rapporti con Donald Trump, e la Casa Bianca ha espresso ferma opposizione a un eventuale stop di Israele, soprattutto in vista del Mondiale 2026 negli Stati Uniti, Messico e Canada.

Un portavoce del Dipartimento di Stato ha ribadito che Washington lavorerà “senza sosta per impedire l’esclusione della nazionale israeliana dalla Coppa del Mondo”.

L’intervento dell’Onu

Una dichiarazione recente dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha dato nuovo peso al dibattito. Gli esperti hanno chiesto a Uefa e Fifa di “sospendere Israele dal calcio internazionale”, sottolineando che lo sport non può normalizzare violazioni così gravi dei diritti umani.

Allo stesso tempo, hanno precisato che il boicottaggio non deve colpire i singoli giocatori, ma solo le rappresentative statali: “Le squadre nazionali di Paesi responsabili di gravi violazioni possono e devono essere sospese”.

Le reazioni di Norvegia e Aston Villa

Israele si trova attualmente al terzo posto nel Gruppo I di qualificazione ai Mondiali, dietro a Norvegia e Italia. La federazione norvegese aveva annunciato che avrebbe devoluto i ricavi della sfida di ottobre a Gaza, ma la partita rischia ora di non disputarsi.

La presidente della federazione norvegese, Lise Klaveness, ha dichiarato: “Non possiamo rimanere indifferenti alle sofferenze umanitarie e agli attacchi sproporzionati contro i civili di Gaza”.

Sul fronte dei club, l’Aston Villa dovrà ospitare il Maccabi Tel Aviv in Europa League il 6 novembre. La squadra israeliana è l’unica ancora in corsa nelle competizioni europee, ma ha già affrontato proteste durante il match di Salonicco contro il Paok.

Precedenti e prospettive future

Il precedente più rilevante rimane la squalifica della Russia nel 2022, che fu esclusa dai play-off per i Mondiali e dai tornei femminili europei.

La Federcalcio palestinese, riconosciuta dalla Fifa, chiede da oltre due anni un provvedimento simile contro Israele, ma finora la questione non è mai arrivata al voto.

La prossima settimana sarà quindi decisiva: la scelta della Uefa potrebbe segnare un precedente storico e influenzare profondamente gli equilibri del calcio internazionale.

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