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Latina, confiscati 6,5 milioni a Pasquale Maietta: il provvedimento di primo grado deciso dalla III sezione del Tribunale di Roma

Confiscati 6,5 milioni a Pasquale Maietta: misura di primo grado della III sezione penale del Tribunale di Roma. Beni tra Latina e Roma, inclusi 23 immobili, terreni, quote societarie e conti correnti. Provvedimento eseguito dalla Guardia di Finanza

Pubblicato il 16 Ottobre 2025

La Guardia di Finanza ha dato esecuzione a una confisca del valore complessivo di 6,5 milioni di euro nei confronti di Pasquale Maietta, ex presidente del Latina Calcio, ex assessore al Bilancio del Comune di Latina ed ex deputato di Fratelli d’Italia. Il provvedimento è stato emesso dalla III sezione penale – specializzata in Misure di prevenzione del Tribunale di Roma, che ha qualificato l’interessato come “socialmente pericoloso” sulla base dei precedenti giudiziari.

Le motivazioni dei giudici

Nell’ordinanza si richiama una serie di condotte illecite “senza soluzione di continuità”, ritenute idonee a generare profitti tali da determinare un tenore di vita sproporzionato rispetto alle risorse dichiarate. La confisca è di primo grado.

Origine dell’inchiesta e fasi precedenti

Maietta era stato arrestato nell’aprile 2018 nell’ambito dell’operazione Arpalo e di una maxi inchiesta per frode e riciclaggio. Il patrimonio oggetto di misura era già stato sequestrato in due momenti, tra novembre 2023 e aprile 2024, su richiesta delle Procure di Latina e Roma.

L’estensione dei beni colpiti

Gli accertamenti patrimoniali del Nucleo di polizia economica e finanziaria hanno riguardato l’intero nucleo familiare di Maietta, consentendo di ricostruire il possesso di 23 immobili tra Latina e Romacompresa una villa nel capoluogo—oltre a terreni, quote societarie e conti correnti bancari, per un valore complessivo di 6,5 milioni di euro.

Le basi investigative della confisca

L’applicazione della misura si fonda su acquisizioni documentali, intercettazioni e acquisizioni testimoniali. Presupposto indicato nel provvedimento è la “ragionevole presunzione” che i beni siano stati acquisiti con proventi di attività illecite.

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