L’autopsia di Giovanna Pedretti conferma un terribile sospetto, intanto è caccia all’uomo delle recensione

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Il caso della morte di Giovanna Pedretti continua ad agitare la cronaca italiana e ci sono ancora tanti punti oscuri sui quali bisogna fare luce. La ristoratrice 59enne aveva risposto a tono ad un cliente che aveva scritto una recensione negativa sulla pizzeria, poiché costretto a mangiare di fianco a una coppia gay e un disabile. Gli apprezzamenti social iniziali verso la Pedretti si sono presto trasformati in insulti, poiché è stata messo in dubbio la veridicità della recensione.

L’autopsia

Intanto l’autopsia ha confermato quanto già si sospettava: Giovanna Pedretti, morta per annegamento, si è suicidata. La donna avrebbe parcheggiato la sua Panda, dove sono state trovate tracce di sangue, sulla riva del fiume Lambro. Qui si sarebbe inferta delle ferite, che però non sarebbero state fatali, come confermato dal team di Dipartimento di Medicina legale di Pavia. In base all’autopsia si è trattato dunque di suicidio, resta da stabilire se la donna fosse da sola o meno, mentre sono iniziate anche le analisi dei due telefonini che la ristoratrice aveva con sé.

Caccia al cliente della recensione

L’attenzione degli inquirenti si sta spostando adesso sul cliente che avrebbe scritto la recensione e si stanno scandagliando scontrini, prenotazioni e filmati del ristorante.

Come spiegato dal Corriere della Sera, la Pedretti il giorno prima di morire era stata convocata dai carabinieri non per contestarle qualcosa, ma come “potenziale vittima dell’intera vicenda” in un colloquio durato pochi minuti.

La 59enne ha confermato che la recensione era vera e che risaliva al mese di aprile, aggiungendo che decise di rispondere solo perché il cliente era tornato nuovamente nel locale. Gli inquirenti hanno chiesto a Google di confermare l’identità dell’autore della recensione ma, ammesso che lo farà, ci vorrà comunque tempo.

Il malessere di Giovanna

Le persone che le stavano vicino avevano detto che la donna era profondamente turbata e inquieta per la vicenda e, come ha spiegato il marito, era ossessionata dalle recensioni e dai commenti negativi.

Sulla vicenda si sono accesi ulteriormente i riflettori dopo che la Lucarelli ha messo in dubbio la veridicità della recensione e che diversi giornali si sono interessati della vicenda. Un giornalista del Tg3 ha raggiunto la Pedretti, chiedendole se la recensione fosse vera o falsa.

Come riportato da Repubblica, un’amica d’infanzia della 59enne ha detto: “È come se si fosse sentita tradita anche da chi conosceva e non solo dall’odio social di sconosciuti”. “Era una donna solare e forte” – hanno detto gli amici, ma evidentemente non si aspettava un tale trambusto mediatico per quella recensione che, purtroppo, le ha stravolto la vita fino a portarla alla morte.

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Redazione Nazionale

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