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Giovanna Pedretti: “Perché la ristoratrice è stata convocata in caserma?”

Pubblicato il 17 Gennaio 2024

Al centro delle cronache nazionali ci è finita da alcuni giorni la morte misteriosa di Giovanna Pedretti, la ristoratrice 59enne che si sarebbe tolta la vita dopo la gogna mediatica alla quale è stata sottoposta per una presunta recensione falsa.

Una morte avvolta da tanti misteri e da tante domande senza una risposta. Una di queste è quella che si è posto il giornalista Alessandro Barbano, che in un articolo pubblicato su Ildubbio.news si è chiesto “per quale motivo la donna sia stata convocata in caserma per chiarire la sua posizione”.

La convocazione in caserma

La vicenda è ormai nota: su Google giorni fa è comparsa la recensione di un cliente che si era lamentato del fatto di aver mangiato di fianco a gay e disabili nella pizzeria “Le Vignole” nel lodigiano, al quale rispose in modo educato ma fermo la titolare.

Poi Lorenzo Biagiarelli, spalleggiato dalla compagna Selvaggia Lucarelli, mise in dubbio la veridicità della recensione, lasciando intendere che era stata la stessa Pedretti a scriverla.

Da quel momento in poi è partita la gogna mediatica della Pedretti, una persona comunque attivamente impegnata nel sociale. Fatto che sta i carabinieri hanno deciso di convocarla in caserma come persona informata dei fatti.

Un atto necessario si chiede Alessandro Barbano?

La domanda che si pone Alessandro Barbano (nella foto in basso) e che ci poniamo anche noi, è questa: “la convocazione in caserma della Pedretti era così necessaria? Ammesso che la recensione fosse falsa e che la donna abbia cercato di farsi pubblicità, era così prioritario accendere ancora di più i riflettori sulla 59enne?”

Barbano velatamente critica anche la Lucarelli, oggetto di minacce e insulti pesanti sui social, che “nella sua feroce ricerca della verità ha vestito i panni di investigatrice più che dell’influencer”.

Barbano suggerisce al magistrato, che sta indagando sull’ipotesi di istigazione al suicidio, “di chiedere ai carabinieri se il loro intervento sia stato sollecitato da qualcuno e che cosa volevano chiarire con la convocazione della donna in caserma”.

“Riportare questi quesiti al centro dell’indagine – conclude Barbano – è la condizione per rimettere il ruolo dei poteri pubblici in asse con lo Stato di diritto. Restiamo in attesa di una risposta”.